La prima cosa da fare è predisporre la colonna sonora, che non può essere che questa, fidatevi è proprio quella giusta, e tutti coloro che la confondono con una comune canzone d’amore all’innamorata, fanno un gravissimo errore. :))
L’ho conosciuto in quell’età bizzarra in cui non si è ancora smesso la spensierata giocosità dell’adolescenza e non si è ancora intrapreso il difficile cammino della vita. Questo, in fondo, ha determinato il tipo di rapporto che avremmo avuto e che, mio malgrado, sarebbe rimasto in noi per sempre. Scegliere di avere un figlio molto giovani è come entrare in un acceleratore emozionale: si corre all’impazzata dietro ogni singola sensazione perché non si hanno sufficienti strumenti per elaborarla e decifrarla. Ci sono avventure così esaltanti che non lasciano né tempo né fiato per poterle scandagliare nel profondo, le si vive con naturale incoscienza.
È nato sul finire di un giorno strano, pieno di premonizioni, e che mi colse impreparata, come sempre accade per i grandi avvenimenti in cui si è coinvolti.
Infatti nacque prematuramente un maggio di qualche anno fa, proprio il 26, come oggi.
Questa occasione che mi viene data, di rievocare un incontro che ha cambiato tutto il percorso della mia vita, nel suo anniversario, ha un sapore magico.
Come magico fu il primo incontro fisico con mio figlio, giacché essendo nato prematuramente, dovette rimanere nel reparto dedicato alla medicina infantile dell’ospedale per diverso tempo; ma finalmente il 26 giugno, esattamente un mese dopo il suo primo vagito, i medici lo dimisero, ed io potei portarlo a casa.
Mi stupisce la lucidità con cui ricordo anche i più piccoli gesti vissuti in quei momenti, la mia serena felicità che stonava quasi con l’ansia frenetica dei parenti che c’attorniavano.
Mi sentivo isola in mezzo alla città: inattaccabile.
Talvolta mi capita di pensare ai miei anni con lui, ho flash di gesti e parole remote, immagini rimaste tenacemente appiccicate alla retina a tenermi compagnia, e nelle quali mi rifugio per lenire qualche fugace dolore.
Come potrei dimenticare le sue manine paffute, o la vocina ansiosa in cerca di conforto?
Io e mio figlio siamo cresciuti insieme, riconoscevo nelle sue espressioni il mio stupore per ogni nuova scoperta.
E lui crescendo si dimostrava orgoglioso di questa mamma così poco convenzionale, così scarsamente legata al ruolo classico di mamma.
Ma, d’altro canto, percepivo che si sentiva defraudato, differente da molti suoi coetanei.
Per assurdo intuivo che desiderasse i due modelli opposti dell’immagine femminile: quello classico e quello moderno.
Fu così che tentai di fondere in me il ruolo della “casalinga paciona” e della “donna indipendente, determinata, autonoma e sicura” .
Non so, in realtà, quanto ci sia riuscita, ed oramai è tardi per scoprirlo.
Perché da anni non viviamo più insieme, e conseguentemente ci vediamo più raramente.
È inutile descrivere i giorni che hanno seguito il nostro distacco, e che ancora, a volte, vivo.
Coloro che sanno, sanno.
Coloro che non sanno non capiranno mai il ciclone che m’ha travolto ed ha determinato la mia metamorfosi.
La vista degli altri ragazzi che incontro per le vie mi brucia gli occhi, le loro risate mi versano aceto in gola, e la dolcezza delle loro voci m’avvelena gli orecchi.
La vita è una carognata ci si da’ da fare per seguire i propri principi, per mostrarsi coerenti al massimo, paghi di un’indipendenza, che se non offre la felicità, perlomeno illude di essere in possesso di una personalità forte e indomita.
Poi ci si accorge che non è vero, che si è fragili come una canna, insicuri, con le gambe che si piegano alla prima contrarietà.
Se Matteo si può definire una contrarietà.
Era un ragazzino come mille altri: monello ed intrigante, con una propensione all’allegria, affrontava la vita con curioso e fiducioso ottimismo, dopo la nostra lontananza, l’ho riscoperto adulto, taciturno, perennemente rabbuiato.
Aveva in fondo agli occhi l’ombra degli avvenimenti che ci hanno travolto, era il remoto ricordo del fanciullo che fu e l’embrione dell’uomo che s’intravedeva in lui e che forse mai più sarà. Per un lunghissimo periodo di tempo i nostri incontri, per me, sono stati devastanti, l’immagine di questo ragazzo così fragile e forte insieme, non era sovrapponibile con l’allegro fanciullo che ricordavo e sentivo mio.
Troppe erano le differenze, troppi i silenzi assordanti. E la consapevolezza e il dolore per questo danno arrecato alla persona più cara al mio cuore, mi ha mozzato il fiato in gola per un tempo che mi è parso interminabile. Non so se il tempo sia la giusta medicina per lenire qualunque malanno, ivi inclusi quelli dell’anima, forse è una questione di stanchezza: alla fine di quest’infame guerra, vince lui. Potrei definirla una lunghissima apnea dell’anima.
Mi piacerebbe che sapesse che lo amo oltre ogni limite, ma non perché questi sono i ruoli stabiliti da qualcuno, perché è un fatto naturale per una madre amare il proprio figlio, io lo avrei amato comunque; perché è una persona di valore, per la sua fantasia, per la sua libertà d’animo, per il modo gentile con cui il suo respiro s’avvicina al mio cuore.
Siamo cresciuti insieme, come compagni di un lungo viaggio, ma per assurdo, senza il suo passo a segnarmi il cammino, sono stata io a perdere la strada. É stato come se, paradossalmente, spezzandosi l’armoniosa sincronia del nostro incedere comune, io fossi ripiombata in un’adolescenza senza fine, incapace di crescere ed essere adulta al suo fianco, come se in quell’acceleratore ci fosse finito lui stesso, crescendo troppo velocemente.
Oggi è il giorno del suo compleanno, che celebrerò senza di lui, come è capitato altre volte, riflettendo sulle tante bizzarrie della vita. Tra noi, avremo modo, magari più in là, impegni permettendo, di festeggiare, e ve ne accorgerete perché gli farò la Sacher, la sua torta preferita in assoluto.
Ciao, carissima, che dire? Credo,da madre, se non proprio di capire, almeno di intuire l’abisso di sofferenza che hai vissuto e vivi.
Forse non ci sono parole, non c’è consolazione… forse il tempo porterà comprensione e indulgenza, non perdere la speranza!
Buona giornata
Mi hai messo in subbuglio con una valanga di emozioni… baci, a te e a tuo figlio (mica sei gelosa, vero???)
Maude si si, ho fatto una picola giunta, perchè il tempo è un anestetico perfetto :))
Elisabetta senti ma per le cariche ereditarie, se tu sei mia madre, allora significa che a sta creatura gli sei nonna? ahhahahahah sei la nonna più giovane e più bella del mondo, ne sarà fiero
La tua “devastazione” l’ho vissuta e la vivo tuttora. non come madre ma come figlia indesiderata. leggerti mi ha commosso e sconvolta più di quanto posso dire, e di quanto vorrei.
Ti abbraccio con tanto affetto.
Chantilly piccola mi spiace averti turbato. Ma… sei sicura che un buon metodo per lasciarsi alle spalle un incendio non sia proprio attraversarlo? Adesso per me e mio figlio va meglio, non come un tempo, diciamo con una musica diversa, ma ugualmente bella.
La sensazione di essere indesiderati credo che sia una delle peggiori da affrontare e vincere, se hai dei figli, se ne avrai, ti renderai conto che i tuoi pensieri odierni saranno un lontano ricordo
è difficile e non sono ancora pronta a parlarne in rete.
il mio moto é “taglia i ponti e vai avanti”. non è la soluzione migliore ma, al momento, non posso e non riesco a fare altro.
Chantilly per quanto ti potrà apparire presuntuoso, so cosa intendi e credo che la tua sia la strada migliore per ritrovarti.
Solo dopo potrai essere disponibile ad accogliere gli altri, e anche a dargli la giusta importanza, senza farti schiacciare.
Allentando la presa potrai liberarti da quel sottile legame determinato dalla dipendenza affettiva (chissà, per me è stato così). Gli effetti collaterali sono un eccesso di autonomia sentimentale e uno spessissimo strato nello scafandro che nasconde l’anima,
Io sono con te, lo sai no? :)))
Io purtroppo non sono mamma e quindi non posso capire fino in fondo quello che provi, ma mi hai fatto commuovere.
E poi la musica di sottofondo, ha fatto il resto…
Comunque che il tempo possa aiutare molto.
In bocca al lupo, di cuore
scusa, ho saltato un “penso” nel penultimo rigo
Gisella (posso?, e’ la prima volta che ti chiamo per nome…), io sono una di quelli che non sa e non capisce tante delle cose che hai scritto, posso dirti solo che sarei molto orgogliosa di avere una madre forte e piena di amore come te, spero tanto che tuo figlio lo sia!!!!
Auguri a entrambi, per il compleanno e per il vostro rapporto :)
difficile lasciare un commento oggi…da madre posso solo dire che veramente i figli sono l’unica cosa irreversibile della vita…mi dispice in bocca al lupo per tutto…
Giacchè hai aperto il tuo cuore, ora ti apro il mio…le tue parole mi hanno colpito molto, in parte perchè si percepisce il dolore e l’amore insieme e in parte perchè ho un figlio adolescente che sta attraversando la fase di grandi slanci e piccole ribellioni. In verità non ci capisco niente…ma avendolo cresciuto da sola, credo di capire come te, ho il terrore di perderlo, di perdere quel rapporto/roccia che abbiamo costruito nella nostra “solitudine di coppa”. Io già ora rimpiango il grembiulino azzurro dell’asilo e le manine sporche che ti toccano il viso…Non so che dire Gisella, se non che ti comprendo perfettamente e ti considero una in gamba.
Ti ho conosciuta su cavoletto..e spesso ti leggo.
Partecipo molto poco alle conversazioni perchè questo è un momento molto duro per me e allora leggere mi distrae e mi diverte ma scrivere….è un’altra cosa. Ma ora questo post…mi ha preso dentro e poi strane coincidenze.. il 26 giugno è la nascita delle mie figlie, anche loro premature e poi operate subito dopo quindi me le sono portate a casa ad agosto, e poi dopo negli anni tanti altri problemi.
e l’altra coincidenza: ma è vero quello che dice Carletto (mi pare ) che abiti a Casal de Pazzi a Roma!?Perchè se fosse così anch’io in gioventù sono stata lì!
beh mia cara questo mio messaggio vuole essere solo un enorme abbraccio forte forte da madre a madre dovunque tu sia.
Ciao
Gabriella
grazie, fiordisale.
le tue parole sono molto importante. un giorno spero di essere abbastanza forte da poter esternare tutto quello che si stà accumulando e che qualche volta mi soffoca. non so se lo farò sul blog, sono un pò pudica sui sentimenti. mi piacerebbe che tu ne facessi parte.
lydia quando sarai mamma capirai perchè la canzone “a te” di jovanotti non avrebbe potuto essere dedicata ad una moglie o compagna. E ti auguro di cuore di fare quest’esperienza che secondo me è in assoluto la più bella che possa capitare :))
mi sono quasi commossa, sai gisella? è davvero bello ciò che scrivi, e diglielo che lo ami a tuo figlio, così come l’hai scritto qua. l’avrai già fatto, chissà quante volte… un abbraccione! aspettiamo la sacher presto eh?
Ho chiuso gli occhi… ascoltato la canzone di Lorenzo e pensato alla mia bimba… quali emozioni sono risalite su… dallo stomaco al cuore e poi in gola… grazie Gi, hai condiviso con noi lettori estranei a te un pezzo della tua vita… e non deve essere stata cosa semplice!
Un abbraccio a te e Matteo
MammAnna
Elvira io credo che lo sia, forse persino troppo. Anzi mi piacerebbe che cedesse un di spazio all’accettazione degli errori che volenti o nolenti si fanno.
Gì…io piango, perchè sono sempre più convinta che qui non ho strumenti per abbattere la fortezza vuota…un abbraccio
atruf dici bene. Avere un figlio è una scelta irreversibile. Un splendida scelta direi.
Paola in un momento in cui ero attanagliata da pensieri senza risposta (e forse senza manco né capo né coda, regalai un sonaglino d’oro uguale e identico a quelli che si mettono ai gattini per non perderli, accompagnato solo da poche parole per fargli capire che qualunque cosa potesse succedere nelle nostre vite, noi non ci saremmo perduti mai. Sai una cosa? li non usa manco l’orologio, odia tutti gli orpelli, acessori et affini, eppure da allora non ha mai tolto il suo campanellino. :)
no Gabriella non abito a Casal de pazzi (anche se sto nome forse mi si adetterebbe:)) abito a Genova. Spero che i problemi con le bimbe siano un ricoro lontano :))
senti ma erano-sono gemelle? ma pure le tue mangiavano come disperate praticaemnte ogni 2 ore nell’arco delle 24 ore?
Chantilly sai una delle cose che ho capito nel tempo? che investiamo un sacco di energie per dimenticarci dell’indimenticabile, il che ce lo ripropone ogni giorno come zavorra quotidiana. Bè è sbagliato. La startegia non è dimenticare ma accettare, metabolizzare, insomma ingoiare il rospo. Ti posso assicurare che una volta ingoiato, diventerà meno presente, quindi meno assillante.
(e vale per qualunque cosa, ovviamente)
Adina epperforza, anche fossimo ad agosto sarò costretta a farla sai?
Cuochetta :****
Lo mannò … io sono fiduciosa, lo sai.
Capita di essere incapaci ad dialogo sereno proprio con quelli che amiamo di più.
A te non è mai capitato da piccola? E come se la cavava tua madre?
:)))
piesse
si vabbè, ma almeno è stato felice del cake? gli è piaciuto?
Una mia zia sostiene che ai compleanni dei figli vadano festeggiate anche le mamme… quindi, di vero cuore, ti faccio i miei auguri, e poi a Matteo, che ha una madre davvero speciale…
non so se ho colto bene tra le righe un particolare, che mi ha fatto pensare a uno dei miei fratelli, nato tre giorni prima di lui…
un abbraccio profumato di salsedine :o)
Allora aveva ragione il mio amico capolino che stai a genova!
Si sono gemelle ormai grandi (24 anni) e mangiavano come matte ogni due ore tant’è vero che a me sembrava che la mia vita non sarebbe stata nient’altro che biberon e pannolini per l’eternità!
Ma poi tutto passa, no!?
comunque anche io cercherò di ingoiare rospi e speriamo che diventino più digeribili…..
Non vedo l’ora di veder pubblicata la Sacher…
… ti auguro di poterlo fare presto.
C.
Ciao
ho perso mio padre da bambino avevo 10 anni e mia sorella 8 e mia madre ha fatto la parte del leone con entrambi. Oggi che sono padre di una splendida bimba di due anni mi chiedo come sarà tra qualche tempo, se avrò la ” fortuna” di poterla seguire nei suoi progetti, di poterle essere amico, e la cosa mi spaventa da morire perchè credo che il momento delle scelte per un ragazzo sia una fase difficile.
Rivivo le mie crisi e la voglia di rottura con il mondo ma anche il profondo senso di amicizia che mi ha sempre trasmesso mia madre e spero la stessa cosa succederà a me con mia figlia.
Ti auguro di trovare il linguaggio giusto per parlarvi, a volte basta guardarsi per capire cose che le parole non sanno dire…
OT grazie per il link, che non compare sul blog, ma che è visibile a me. Grazie ancora.
Mi hai colpito ed emozionato…
Tesoro!!! Ma come proprio oggi sono in ritardo? :-(
Beh..tanti auguri tesoro non solo a tuo figlio ma anche a te che con lui sei nata un’altra volta.
Un bacio enorme come l’universo!
Silvia
Un grande augurio al piccolo uomo e alla mamma grande donna… :)))
Il tempo ha il potere di lenire certe ferite, a volte lo fa con calma.. ma accade prima o poi.
:-**
Valeria in effetti è vero, tua zia ha ragione. A me piace mille volte + il compleanno di Matteo che il mio. (vabbè dai non è solo un becero sconto di anni :)
piesse
che particolare?
Grabriella io all’epoca rischiai l’esaurimento, vabbè apparte il fatto che era il primo bambino in carne e ossa (così piccolo) che vedevo dal vivo, quindi non sapevo assolutamente come maneggiarlo, che buffo a ripensarci. Proprio vero che poi basta l’istinto e se ne viene fuori. Però sta cosa del mangiare era da incubo. cominciava a piangere d afame esatatmente dopo mezz’ora aver finito.
c’erano momenti che nch’io pensavo che la mia vita sarebbe stata tutta così!
Claud bè, pensa che la faccio solo una volta l’anno!
Vakond mannò non credo che sia così difficile fare scelte.
Io penso che i ragazzini abbiano bisogno di trovarsi di fronte un po’ i tolleranza, tanta comprensione, un mare d’amore e immensa sicurezza.
Hanno bisogno di certezze, non di ansie, non di dubbi. quelli ce li hanno di default.
vedrai che andrà tutto bene, ne sono certa :))
Comida Opppsssss sorry, non avendo visto tuoi commenti, ho ripostato il link, scusami e se vuoi cancella pure, mi piaceva che i tuoi lettori godessero di tale magnificenza, scusa l’intromissione :)
Zirela :))
Silvia giusto per dimostrarti che sarei la donna giusta per farti da porta-pentole, ti racconto il compleanno dello scorso anno. Fu un vero evento. Chissà come la sera del 25 (venerdì) mi venne la brillante idea di preparare una festa a sorpresa per Matteo, che sarebbe arrivato ba Ginevra la sera del sabato. Avevo solo un numero di un suo amico, rimastomi nella sim perché Matteo aveva usato il mio cell per chiamarlo, del resto è normale non abitando assieme non conoscere tutti i suoi amici [:(] Comunque parlai col suo amico, gli dissi l’idea, e tirò fuori un quartetto di nomi e numeri da lanciare alla ricerca di altri ragazzi, il tempo era strettissimo, sarebbe stato bello sapere il numero degli invitati per, chessò, le 9 del sabato, per fare spesa e il resto… e invece sto numero non arrivava mai e giù di telefonate… Insomma alla fine avrebbe dovuto essere una cenetta per 8-10 ragazzi ed invece si sono presentatati qua in 30 (trenta, dico davvero) e menomale che ero stata esagerata nel preparare robe (mazza con così poco tempo non so manco come ho fatto!). oh è stata una delle più belle giornate della mia vita, cominciata alle 5 del mattino e finita alle 3 del giorno dopo, co’ sti ragazzi che avevano una luce felice negli occhi irraccontabile, qualcuno tra loro non s’incontrava da tempo e Matteo era strafelice ed è stato con l’espressione sorpreso-euforica tutto il tempo!
Grazie Sandra e hai ragione, per quanto possa dar fastidio, il tempo ha un gran potere, molto più del raziocinio :))
non vorrei toccare tasti troppo personali, e se dovessi farlo scusami in anticipo, ma mi ha colpito questo passaggio “Aveva in fondo agli occhi l’ombra degli avvenimenti che ci hanno travolto, era il remoto ricordo del fanciullo che fu e l’embrione dell’uomo che s’intravedeva in lui e che forse mai più sarà.
Valeria bè una separaione è un evento traumatico, si cambia noi, figurati un ragazzino. solo che i mutamenti dentro ed attorno a noi non li notiamo, perlomeno con la giusta tempestività, mentre invece risaltano agli occhi i cambiamenti negli altri, in questo caso in lui.
è vero…
come è vero che nelle parole che raccontano le vite degli altri, a volte, vediamo specularmente pezzi delle nostre…
la frase che mi ha colpito mi ha fatto pensare a mio fratello, la sua storia è diversa da quella di Matteo, anche lui ha vissuto una sorta di separazione, anche se non da noi, ma, in un certo senso, da se stesso…
:o)
Gi, cara, ci sono, non ho finito di leggere tutto…devo rileggere perché voglio leggere tra le righe più di quanto ho già letto e per soli pochi secondi posso dirti che sei una grande mamma., il mio intuito mi fà capire ancora quanto dolore c’é in te e anche quanto tu non riesca a comunicarlo a tuo figlio…
ritorno più tardi da te…mi aspettano di là…volevo solo farti sapere che sono qui.
Sono senza parole, pertanto ti voglio regalare parole non mie:
“Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse come la mia ombra
mi stava accanto anche nel buio
non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi
quando si dorme si perdono le mani e i piedi
io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno
durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse fame o sete o desiderio
del fresco nell’afa o del caldo nel gelo
era qualcosa che non può giungere a sazietà
non era gioia o tristezza non era legata
alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi
era in me e fuori di me.
durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.”
Nazim Hikmet
(ti mando tutto il mio affetto. Sembra strano: non ci conosciamo neppure. Non fa nulla, mi sento di fare così).
Mi piaci anche quando non parli di cucina, anzi forse pure di più (ma mi sa che non è bello dirlo!) Di sicuro mi hai commossa (“sentimentale” sono, ma chi non lo sarebbe) e questo, per una ricetta, non penso possa accadere… ;)
Baci
Ecco in questo momento mi viene solo una gran voglia di abbracciarti anche se appena ci conosciamo,
forte forte cocozza
Ho avuto a che fare per lavoro o no con molti figli e con molte madri. Figli normalmente imperfetti di madri normalmente imperfette e figli dolorosamente diversi di madri faticosamente imperfette. Figli altrui che a volte mi hanno preso il cuore, quasi come figli…
Tutto ciò prima di avere figli e ho guardato e osservato per capire cos’era un figlio e cos’era un genitore. Non l’ho imparato, ma ho imparato tanto.
Ho imparato che ogni figlio è un mondo, anzi due. É una cosa per i propri genitori e un’altra per il resto del mondo.
I genitori lo amano comunque e può permettersi di essere imperfetto; oppure i genitori lo amano “se” e allora cercherà sempre di essere perfetto.
Il resto dei cuori sono da conquistare e puoi entrarvi solo si è davvero veri. Non sempre lo sanno, non sempre lo capiscono, non sempre lo capiscono in tempo. Però questa è la vita e questa la conquista a cui siamo destinati.
Non c’è nulla che possa spiegare che cos’è un figlio e non c’è nulla che possa spiegare come si ama un figlio. Amare qualcuno che è qualcosa fortemente tuo ma che non potrai mai possedere e che amerai davvero solo lasciandolo andare…
Brava, mamma Gì…
purtroppo non posso capire il tuo dolore, non ho figli e probabilmente non verranno mai, con mio sommo dispiacere, però posso capire il senso di perdita…
Non sapevo della tua storia, tante volte dai blog si capisce qualcosa della vita di tutti i giorni, ma le assenze sono difficili da raccontare e da comprendere…
In questo giorno così doloroso ti sono vicina, ti abbraccio forte!
P.s. per quanto riguarda la risposta sul blog di Cavoletto: no, non ci siamo sposati solo per il canone Rai, ma sicuramente tutta una serie di impicci burocratici ci hanno fatto decidere per una unione legale, anche se dopo otto anni di convivenza non avevamo certo bisogno di conferme!
Visto che i Dico non si fanno, era l’unico modo di legalizzarci!
quanti post introspettivi e che belle parole…direi che hai colpito tutti al cuore ti riabbraccio
” Investiamo un sacco di energie per dimenticarci dell’indimenticabile ” … Parole sante, è da stamattina che le sto rimuginando. Sono un campione della categoria, io, e, dimmi: quando un rospo è troppo, ma davvero troppo, grosso per ingoiarlo… come si fa?
Ho letto tutto d’un fiato e mi è sembrato di averti di fronte, mentre aprendo il tuo cuore, narravi, narravi, narravi di due vite dai percorsi tortuosi e difficili, intrisi d’amore e dolore.
L’intensità dei toi sentimenti è solo immaginabile per chi ne è al di fuori, ma traboccava dalle tue labbra e dai tuoi pensieri.
Ti auguro con grande affetto che queste incomprensioni esacerbate si possano sciogliere presto, per ricucire e rinnovare un rapporto importante.
Volevo inoltre aggiungere che, sebbene apparentemente possa sembrare insensato, l’esperienza di essere mamma è l’essenza stessa di essere donna e che non esserlo siginifica vivere a metà: forse questo è una pena più grande della tua.
Auguri al tuo giovane uomo e a te passionale mamma!
Cara Fiordisale,
anch’io ho celebrato oggi un compleanno senza il festeggiato: quello di mio marito che era nato il 26 maggio, come tuo figlio.
Certo, non è lo stesso perché mio marito è stato allontanato da me dalla “signra in grigio” mentre tuo figlio, mi sembra di capire che si è allontanato da solo.
Mi dispiace: immagino quel che hai sofferto e quanto soffri, perché anch’io ho avuto mia figlia molto giovane e anche noi siamo cresciute insieme: era diventata persino la “mascote” dell’università.
Ma noi continuiamo a crescere insieme e ad amarci e al slo pensiero di perderla potrei impazzire. Perciò, ti capisco e ti abbraccio con forza,
Marina
Valeria e adesso sta bene? si è ripreso?
Mariluna :***
cricri grazie adoro Hikmet, sei dolcissima
Polly mavalà, che poi ti mancherebbero i miei muffin diversamente perfetti :))
coccozza anche io ti abbraccio tantissimo
Cristina … diciamo che in parte ci hai dato. come sempre :P
geillis sai che una delle cose che decidemmo prematrimonio fu prprio di non fare nessuna analisi e visita medica (allora erano molto di moda)? Concordammo che nel caso fossero sopraggiunti problemi per avere figli ne avremmo adottato uno, perchè un figlio è di chi lo vuole, di chi lo ama. Per quanto possa apparire semplicistica e banale noi siamo fatti per rendere felici qualcuno, e solo quanto avremo questa certezza ci sentiamo appagati.
Maude bè quando il rospo è troppo grosso non rimane altro che masticare forte prima d’ingoiare, no?
io so che ce la puoi fare, adesso non rimane che aspettare che pure tu te ne accorga
Lenny no no.. abbiamo un bellissimo rapporto, per semplificare è molto più diradato di quanto avrei immaginato, ecco
Marina immagino che strazio allora … vedrai che ce la caveremo ;)
Non ho parole Gi, e credo che se fossi lì con te -da amica- non ti direi niente, ma passerei il giorno insieme a te e a tutta la tua forza. E a sorridere infondo di come si possa pensare che questa canzone sia per l’innamorata…
vengo a cercare l’articolo sul pesto e cosa trovo? mi lasci senza parole, ho un figlio di 12 anni che mi accorgo che cresce e cambia giorno dopo giorno.non posso non interrogarmi sul nostro futuro, su quello che diventerà il nostro rapporto quando sarà uomo, e non nascondo che ho paura.però sono anche fiduciosa nel fatto che quello che abbiamo seminato ci torni, e credo che succederà anche a te quando sarà il momento giusto.un abbraccio
Uvetta bene, allora conserverò un dolcetto per quando arriverai :))
risonero ciao benarrivata. Vedi non credo che in situazioni normali, cioè di un dialogo continuativo con un figlio, le cose cambino molto, si possono al limite allentare un po’, si possono infittire, ma se si sta attenti non spezzeranno mai. Un figlio è l’unico rapporto eterno, che dura per sempre veramente. Quindi sii fiduciosa :))
in un certo senso si, conduce una vita più o meno normale, supportato dai farmaci, ma anche se ha 36 anni sembra un bambino… per questo mi aveva colpito la tua frase…
@fiordisale (la “capa” del blog): ovviamente scrivi benissimo in assoluto e le tue ricette sono tra le più interessanti, non è un caso se passo sempre dal tuo blog, ma quando scrivi di sentimenti così profondi… ci stendi tutte! Eccerto che mi mancherebbero i tuoi muffins diversamente perfetti (o perfettamente diversi? :D) i quali vantano numerosi tentativi d’imitazione, oltre che da parte mia; ne ho visti alcuni fare addirittura cose sconce… Ti lascio il link… oddddio non mi ricordo come si fa un link… Insomma quà: http://qualcosadirosso.blogspot.com/2008/05/qualcosa-di-rossociliegia-con-ironia-p.html
Fichissimi :D
toh! si è linkato da solo… un’altro pianeta quì su blogger… O sò io che sò tonta?
(Era una di quelle domande che non avrebbe dovuto fare…)
Per quest’anno niente festa a sorpresa mamma, o devo chiamarti Gise….eh eh eh….comunque la sorpresa che mi hai fatto l’anno scorso vale almeno per 5-6 anni……riunire nella stesa stanza compagni delle elementari, delle medie e dell’università è stata una
grandissima sorpresa!!!!
ciao
Matteo WOWWWWWW ciao tesoro, vedrai che ci rifaremo la prossima volta. mai dire mai, no?
st’anno la sacher sarà ancora piùmeglioassai
bacio
Valeria mmm ahia proprio supportato? e se li scordasse? ma è sposato?
Polly mi hai fatto letteralmente schiantare, dico davvero, saranno 10 minuti che rido.
sei magnifica, e la trovo un’altra cuoca sentimentale come te?
un bacio immenso :)
Vive con mia mamma, e i farmaci non li dimentica, in questo è molto bravo, consapevole dei suoi problemi, ma ingenuo come un ragazzino…
lavora, fa una vita piuttosto normale, tutto sommato, nella sfortuna è fortunato perché ben seguito, e molto amato, per cui abbsatanza sereno e tranquillo…
Cara fiordisale. Sei grande con il tuo coraggio. Non so se tuo figlio leggerà mai le tue parole, ma spero che lo faccia, e se un giorno anche lui sarà padre, che le rilegga, anche se ho paura che gli farà male come una spada affilata nel cuore.
Certe cose dei nostri genitori le capiamo solo quando si hanno dei propri figli. Io ho una bimba di 2 anni, che vedo solo la sera per motivi di lavoro, ma quando ce l’ho non la mollo più. Ora, a distanza di 3 mesi da un aborto spontaneo.. sembra che stia crescendo qualcosa dentro di me … e la sensazione .. è quella cristallina di maneggiare con la massima cura le mie creature…
Valeria se è sereno, se ha trovato un suo equilibrio e un suo percorso, è già un grandissimo risultato a cui non sarebbe mai arrivato senza di voi. Si, è vero, in questo è un uomo molto fortunato :)
Blueberry ciao benvenuta. Bè … a vent’anni io non mi sono resa assolutamente conto degli esempi materni, ma oggi riesco a decifrarli con meno fatica. Mi spiace per l’aborto, ma spero davvero tanto che la tua bimba abbia presto un fratellino :O
:o)
in preda alla commozione e dopo aver letto il tuo psot avevo scritto qualcosa che sicuramente sarà stato banale.
peccato che nel momento culminante del finale travolgente la piccola Marta ha messo le sue adorabili dita sulla tastiera e…addio pathos :(
enza ahhhhhhhhhhhhhh come mi manca Marta. Senti ma perchè non ti vai a fare un we lungo te e il tuo bello, così mi spupazzo le pupe!
gi, ammettilo, tu vuoi morire giovane!
Fiordisale, tu, proprio tu, mi fai commuovere così? Ora che sono madre, di un bimbo bellissimo di tre anni, posso provare ad immaginare il tuo dolore, la difficoltà del ricominciare.
Ti stringo in un abbraccio carico di ammirazione e di affetto, che coraggio che hai, che forza.
Ada auguri a te e al tuo bimbo :)
Enza sai come mi chiamava mio padre? sergentegì, questo ti aiuta? ahhaahahah
e… invece è andata male anche questa volta.
(scusa se te lo scrivo, ma ho voglia di comunicarlo per non tenere il male dentro).
Blueberry mi dispiace nel profondo, ma davvero tanto, tanto. Piangi tutte le lacrime che hai dentro oggi, piangi per quello che avrebbe potuto e non sarà. Ma domattina rimettiti il sorriso e pensa che se tutto va come deve, aspetterai un figlio in autunno e nascerà in primavera, magari proprio il prossimo maggio, ed avrà tutto il tuo amore moltiplicato e tenuto da parte per lui.
un abbraccio fortissimo, ti vengo a portare un dolcino?
piesse
e cosa più importante di tutte, piazzati a letto appena fatte le analisi, insomma sciopera, mettiti in maternità anticipata, non rischiare più, il tuo obiettivo è di gran lunga più impegnativo ed interessante del lavoro… ;)
Una storia toccante…