In liguria la temperatura è calata di dieci gradi nel giro di due giorni, praticamente siamo passati dalla canottiera alla felpa, per dare l’idea, il che non mi rende eccessivamente entusiasta. Anzi tornare a casa nella semi oscurità mi mette un pizzico di malinconia per i segni evidenti di un’estate che ha definitivamente lasciato il passo all’autunno. Se vi venissi a raccontare che fino a pochi giorni fa ho fatto il bagno non ci credereste, vero? Ecco, per esempio questa è una delle cose belle che possono capitare vivendo in una località di mare, con il clima che raramente si spinge in picchi freddi (o caldi). L’altra sera guardavo con sconforto le tendopoli a L’Aquila, col freddo che li, più che altrove, si fa sentire eccome. Ho letto che nelle tende delle scolaresche c’erano si e no 12 gradi… Speriamo nella bontà degli italiani e nell’onestà di chi raccoglie i fondi perchè anche questi bambini possano avere un pizzico di gioia e serenità e che i brutti momenti che stanno vivendo non lascino tracce troppo profonde nella loro memoria. Quindi coraggio, rinunciamo a qualche piccolo lusso natalizio per loro! Ho appena ricevuto la bomboniera di battesimo che una mia amica ha ordinato proprio lì ed è stata una cosa così commovente che a momenti mi metto a piangere. Ecco, per dire, ci sono questi piccoli gesti del nostro quotidiano che potrebbero assumere un plusvalore e vi assicuro che non ho mai visto una bomboniera più bella e preziosa di questa. Delle volte ci vuole così poco, vero?
MiniPie di farro integrale con pere, noci e miele profumato
In realtà non so se sia un tortino, una pear pie, un cobeletto gigante o qualcos’altro, fatto sta che avevo una gran voglia di fare questa prova ed avevo giust’appunto le pere, a rischio monnezza, in frigo. Per l’impasto della simil frolla al farro integrale ho preso spunto da questo libro
Ingredienti 6 tortini (di circa 10 cm)
Frolla di farina di farro integrale (*)
4 o 5 pere abate tagliate a pezzi
zucchero di canna 1/3 di tazza
miele di girasole (io ne ho usato 4 cucchiai, ma forse ne bastano meno)
una generosa manciata di noci sminuzzate
burro 1 cucchiaio
½ cucchiaino di cannella in polvere
½ cucchiaino di noce moscata in polvere
succo di 1 limone
Pelare le pere, eliminare il torsolo, affettarle e metterle in una grande ciotola mescolandole con lo zucchero di canna, il succo di limone e le spezie.
Nel frattempo stendere ¾ d’impasto con il mattarello o con le mani e sistemarlo negli stampini, se non li avete usate quelli per i muffin. Ritagliare la pasta eccedente, bucherellare il fondo con uno stecchino, aggiungere un po’ di miele e sistemarci sopra le pere. Distribuire in ogni stampino le noci spezzettate e aggiungere qualche fiocchetto di burro. Bisogna cercare di non riempire le formine oltre la metà.
Spianare la restante pasta frolla e ritagliarla più o meno (anzi più più che meno:)) della misura degli stampini, quindi ricoprire ciascuna formina sigillando bene i bordi, inumidendoli con un po’ d’acqua. Rifinire la superficie con qualche spennellata di tuorlo sbattuto con un cucchiaio di latte e infornare per circa 20 minuti a 200° poi ridurre la temperatura a 180° e cuocere per altri 10-12 minuti, o almeno fino a quando la crosticina non risulterà dorata.
Si può servire fredda o tiepida, l’aroma profumato delle pere al miele unito alla fragranza delle spezie originano un gusto del tutto particolare
(*) per la frolla di farro integrale
200 gr di farina di farro integrale
50 gr di amido di mais
100 gr di zucchero di canna
3 o 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 cucchiaino raso raso di bicarbonato
1 bustina di vaniglia o scorza di limone grattugiata
1 pizzico di sale
un poco di latte di soia (sostituibile con acqua o latte vaccino)
1 tuorlo con un po’ di latte per la finitura
Disporre la farina a vulcano su un piano di lavoro, aggiungere l’olio e impastare con vigore. Unire gli altri ingredienti e aggiungere acqua o latte di soia, poco alla volta, e continuare a impastare. Nel caso l’impasto risultasse fosse troppo appiccicoso, aggiungere ancora un po’ di farina (moderazione!). Quando si è raggiunta una certa compattezza avvolgere l’impasto con della carta da forno o in uno strofinaccio pulito e fate riposare in frigo per mezz’ora.
Oh Signore che meraviglia!!!
Non ci crederai ma, perfino un’indefessa amante dell’estate come me, sta apprezzando un ritorno nei ranghi del clima..beh, più o meno.
Così anche da me è aprtito il valzer delle cose da ppassare in forno, estremamente coccolose.
Interessante la tua frolla, le proverò!
bacione
beh..domani temo che dovrò estrarre i guantini per andare in bici!!
sai che non ho mai provato il farro integrale nei dolci? e dire che mi piace un sacco…ricetta molto molto interessante
mi piace molto questa ricetta, gli ingredienti e la frolla integrale !! ottima !
Ma che carine! …io farei un papocchio, mi uscirebbe tutto il pocetto delle pere ;)
/Ne approfitto per chiederti un’opinione sul libro: se tu fossi vegana, credi che lo troveresti interessante? Sai com’è, non potendolo sfogliare…
Ups, scusa… non mi ero iscritta al feed dei commenti e mi tocca riscrivere qualcosa… quanto so tonta!!!
Azabel ah no! intanto ti invito a provare sti tortini. ti do la mia parola che vengono (riempili a metà).
Poi sul libro mica ho capito a che libro alludi… il titolo?
Un passaggio, un abbraccio.
-S-
ciao Simo meraviglia, che tristezza da quando non riesco più a leggerti da qua. Cerco di concentrare tutto nelle ore serali, ma non sempre ce la faccio (anzi quasi mai) e non sempre sono in casa. Insomma urge risolvere!
Grazie :)
Uff, come sono rintronata… non avevo letto la seconda parte del commento. Ho taaaanto bisogno di ferie ;)
Intendevo il libro della Guido Tommasi sulle allergie, da cui hai preso la ricetta della frolla…
Azabel ah ecco! non avevo capito perchè ho letto “vegana” e in realtà non è un libro concentrato sulla filosofia vegana ma è molto più vasto, io l’ho già ricomprato 2 volte e regalato ad amiche, questo ti fa capire che è secondo me è un libro davvero ben fatto (e sopratutto alla portata di tutti, anche se non espertissimi)
Immaginavo non fosse incentrato sulla cucina vegan ma di sicuro non è un problema… ho molti, molti più libri di cucina “normale” -oddio- che vegan (anche perchè, qui lo dico e qui lo nego, di bei libri di cucina vegan ce ne sono gran pochi) L’importante è che sia un libro ben fatto, come dici tu ;)
Grazie ancora :)
Azabel se vuoi un bel libro sulla cucina vegan non prendere un libro per vegan (qui lo dico e qui lo nego) sono di un noioso! … Gà la Tommasi è una casa editrice super seria, una delle migliori nel settore secondo me quindi i libri monotematici e di approfondimento sono ai primissimi posti in fatto di qualità altrimenti che spenderei soldi a fare, persino per regalarli, ti pare?)
Piuttosto se ti capitasse in qualche bancarella (anche dell’usato) prendi un libro di macrobiotica editrice tecniche nuove o della casa Editrice “La finestra sul cielo”.
Secondo me danno un visione più ampia del concetto di un certo tipo di alimentazione. Non servono a diventare macrobiotici, ma a capirne (ed usarne opportunamente) la filosofia sapendo sfruttare al meglio libri come appunto quello della Tommasi o altri di pubblicazione recente, capisci?
Assolutamente d’accordo, e quelle case editrici le conosco bene… sai, io sono già vegan (se si potesse -meglio, se ne fosse capace- lo scriverei piccolino piccolino, bisbigliato, ecco). Concordo in pieno sui libri di cucina vegan, spesso noiosi, foto orribili, ricette…uhm… a volte si, troppo spesso no :(
Mi rendo conto rileggendo i messaggi di essere stata molto poco chiara, perdonami…
E’ che molto spesso acquisto libri di cucina “tradizionale”, troppo spesso a scatola chiusa (qui lo dico e qui lo nego, a parte poche eccezioni chi scrive libri di cucina vegan spesso di Cucina non ci capisce un’acca. In inglese invece di bei libri ce ne sono, ma fanno largo uso di cose come margarina, panna finta o robe del genere, che a me proprio non piacciono e non uso, se non in rarissime eccezioni).
E se da tutti imparo qualcosa di nuovo, non sempre riesco a trovare un’applicazione pratica di ciò che apprendo… vedi Golosi di Salute di Montersino. Bello, bellissimo, difficile ma per me, vegana -quasi- inutilizzabile anche se ho imparato molto leggendolo. Mentre, per dire, quello della Roden sulla cucina del medioriente e del nord’africa (conosci? credo di si :) lo uso e stra-uso, lo studio, me lo porto a nanna e ci dormo come fosse la mia copertina di Linus ;)
La macrobiotica invece non m’interessa, almeno al momento. E’ una filosofia, appunto (la “cucina vegan” -ammesso e concesso che esista- no, non so se riesco a spiegarmi…), e molto lontana dalla mia concezione di cucina. Che, nonostante l’uso di alcuni alimenti particolari, si rifà a suo modo alla cucina “tradizionale”, anche se non necessariamente nazionale… di nuovo, non so se riesco a spiegarmi :))
Perdona il papiro, sono pure andata pesantemente OT :)
Ti ringrazio infinitamente per la disponibilità nel rispondermi e la pazienza nel leggermi -sempre che tu sia arrivata fino a qui… tra la stanchezza e l’impossibilità di formattare il testo ho fatto ancora più confusione del solito con la sintassi-.
Spero di non averti annoiato!
Azabel non mi hai annoiato affatto, anzi. Ti ringrazio e poi sappimi dire oppure se ti venisse in mente di parlare di altri libri, è un vero piacere leggerti