fiordisale

Schiamazzi grafomani attorno ai fornelli

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Blog in saldo

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[immagine presa dal web]

Ieri sera me ne stavo a cincischiare con miei bit e tornando ai commenti nel blog del cavoletto mi sono venute in mente vecchie considerazioni, che poi sono le stesse su cui inciampai nel blog di Sandra. Dire che i blog sono diari privati resi pubblici, il che significa che uno ci scrive e ne fa l’uso che gli pare, è riduttivo, perchè non da all’occasionale lettore la possibilità di formarsi i parametri attraverso i quali saper leggere gli articoli. Scendendo un po’ nel dettaglio e soprattutto allargandolo verso la blogsfera, a me fa immensamente piacere se Sandra mi segnala che da Palatifini vendono quel tal articolo, perchè puttacaso io da Rossi (che sarebbe il relativo negozio a Genova) ci vado abitualmente e magari mi era sfuggito proprio quell’articolo. Idem per quello che riguarda Sigrid, che ringrazio della finestra tenuta costantemente socchiusa sul suo mondo, perché attraverso le sue parole imparo e apprendo prodotti, persone e vicende che altrimenti non avrei modo di conoscere.

Quindi tutta la polemica che qualcuno, facendo capriole azzardate sull’etica, periodicamente ripropone, ha diverse note stonate. [Etica? ma siamo diventati tutti moralizzatori clericali?] Qual’è il problema? La pentola a pressione? Il timore che determinati bloggers sono stati investiti dal ruolo di apripista e si teme che indirizzino gli acquisti dei loro lettori? Non è un po’ troppo azzardata come ipotesi? Quali sono i doveri a cui dovrebbero attenersi le bloggers? Non c’è il rischio di appiattire tutti i blog verso un unico modello editoriale, privando le autrici della loro vena creativa (oltreché della libertà di parlare di quel cavolo che vogliono)? E poi, ancora, se il blogger pincopallo pubblicasse un articolo parlando di una tal pizzeria dovrei interpretarlo come messaggio subliminale? E perchè, invece, non posso semplicemente valutare l’affidabilità del blogger in questione e decidere se tenere buona la sua informazione per quando capiterò in quella determinata città? A me, in tutta sincerità, che sto blogger venga pagato per le sue comunicazioni non è che me ne freghi molto, sono solo fatti suoi, quello che deve interessare a me, semmai, è stabilire se l’informazione è attendibile o meno, e nel caso di sbavature, segnalarlo alla blogger in questione, è tanto complicato da capire? Se penso a quanto tempo investono i commentatori folli nelle loro sterili polemiche mi viene la pelle d’oca, perchè sta nel gioco che è il lettore a decidere cosa leggere e cosa, invece, scartare. Vale per qualunque argomento, immaginate un blog che parli solo e unicamente di zucchero, tanto per rimanere nell’ironica banalizzazione del quantum, secondo voi un blog zuccheroso attizerebbe l’interesse di un diabetico? E in quel caso il diabetico in questione quale diritto avrebbe di lamentarsi dell’eccesso di zucchero? E’ proprio una banalizzazione estrema, è vero, ma forse rende bene l’idea, perché nessuno e sottolineo nessuno ha il diritto di stabilire o imporre gli argomenti da pubblicare. Lo ripeto, io sono grata ad Adina, Francesca, Elisabetta, Enza (etc) per le loro segnalazioni, come sono quotidianamente grata ad untoccodizenzero e al cavoletto (ma sono solo esempi, ce ne sarebbero molti altri) per i loro suggerimenti; non è detto che mi interessino tutti, prendo da loro quello che è coincidente con le mie corde ed i miei gusti. Chi è arrivato a determinati ruoli professionali lo ha fatto grazie ai propri meriti, non certo per grazia ricevuta. Senza dimenticare che in genere hanno fatto delle loro passioni una vera e propria professione rischiando di proprio, magari lasciando impieghi sicuri ma meno stimolanti, e se queste persone fanno dono delle loro esperienze, condividendole sui propri blog, per quello che mi riguarda, sento solo un sacco di gratitudine.

Ma oltre a questi esempi, resi eclatanti per demerito dei commentatori più che per merito delle incolpevoli protagoniste, ci sono state ultimamente le informazioni su cooperative agro-alimentari, enoteche, ristoranti, negozi bio e quant’altro. eppure a nessuno è venuto in mente di sparare nel mucchio, si mira e si colpiscono solo determinati blog, perchè? Qual’è lo scopo nascosto? Stancare le autrici? Confido che l’indiscussa intelligenza che contraddistingue i loro blog consenta loro di non soffermarsi su questi piccoli commentatori in cerca d’autore.

Non condivido la strisciante condanna, come se il successo di un blog, e quindi la quotazione commerciale del lavoro del proprietario del blog stesso, dovesse sottostare ad una sorta di comitato etico, perchè, si legge tra le righe, il successo di quel blog è dato dai lettori, quindi questi, anzi taluni tra questi, si sentissero in diritto di una qualche censura o, peggio ancora, stabilire l’indirizzo editoriale. C’è pure qualcuno che si sente preso in giro. Ma preso in giro di che?
Bisogna anche sottolineare che non mi pare di aver letto da nessuna parte sconfessioni conclamate dei presunti messaggi promozionali in questione. Quindi saranno pure messaggi pubblicitari ma hanno qualità si o no? Viene un po’ da ridere perchè quest’attitudine è totalmente imputabile ad una certa cultura (disfattista) sinistrorsa.
Della peggiore sinistra, verrebbe da aggiungere.

Non si sta esagerando?

piesse

APPELLO

ho cercato il gamberorosso e ho scoperto che qua a Genova non c’è l’allegato indicato da Sigrid (grazie signor editore e/o distributore) se qualcuno volesse inviarmelo lo scambierei volentieri con qualche biscotto (quasi nuovo mai addentato, o addentato solo nell’angolo sinistro), oppure qualche cucchiaiata di pesto. Mi affido al buon cuore di qualche romano.

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Reader Interactions

Comments

  1. sandra says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 12:53

    Cara Gì con questo post hai scoperchiato il vaso di Pandora.. sono argomenti molto ostici per i lettori ma anche per alcuni blogger ,aggiungo io.
    Non ti sto a fare l’elenco sulla pubblicità ( & progresso) e il caos nato qualche mese fa in proposito.. :)
    Se mai ci incontreremo prima o poi, ti racconterò la mia versione della storia.
    Dico solo che condivido il tuo scritto (non chiamiamolo “sfogo”, sia mai!) e che in effetti se voglio suggerire un prodotto piuttosto che un altro che a me é piaciuto,un ristorante,una pentola dei coltelli..posso farlo in tutta serenità senza dovermi sentire per forza in soggezione o con un senso di inferiorità ( o anche di superiorità) rispetto a chi legge.
    Chi legge il blog sono persone,amici,sconosciuti che approdano li per una ricerca,una ricetta una risata e qualche chiacchiera in buona compagnia. E’ un pò come andare al mercato e fare due ciacole con le vicine di spesa.. lo trovo molto divertente,rilassante e istruttivo!
    Ho deciso di cambiare la mia vita,l’ho trasformata da quasi 3 anni.E’dura,molto difficile ed é un ambiente molto molto maschile,quello della cucina.Ti guardano con diffidenza e sospetto.
    Però mi piace quello che faccio,mi alzo alla mattina carica e felice.Magari guadagnerò di meno rispetto a qualche anno fa.
    Ma sono in pace con me stessa.Ed é questa la cosa più importante.
    Grazie ancora per le tue parole.. E buon Blog!

    Rispondi
  2. fiordisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 13:39

    Sandra io vado pure oltre e notifico quello che vedo, e se un blogger fa il censore commentando un articolo su un determinato argomento, poi non si capisce perchè tale comportamento venga totalmente ribaltato in un blogger “diverso”. Il che sta a significare che non sono né la forma né il contenuto il problema, ma solo determinati blogger. E questo francamente mi infastidisce. Si guarda a determinati blog come se un po’ appartenessero ai lettori abituali, però non si ha il medesimo arrogante atteggiamento in edicola, quando ci si accorge che il proprio quotidiano preferito ha pubblicato qualcosa di sgradito. Il che sta a significare solo un cosa che la gente non ha mai imparato la differenza tra il ruolo di “lettore” e quello di collaboratore o redatore. Io ammiro persone come te e sigrid (ma ce ne sono altre) e vedere il vostro spazio commenti continuamente invaso da discorsi pretestuosi è offensivo tanto per voi quanto per me, che sono costretta ad assistere impotente.
    Sta attenta io non entro nel merito delle questioni, perch (ad esemmpio) se uno per 3 anni mi parla male della cottura con la pentola a pressione e poi d’un botto me ne fa l’elogio, sono fatti suoi, da quel punto di vista si gioca uno spicchio di credibilità, ma non credo assolutamente di avere un qualche diritto a rimarcarglielo. Sono sinceramente convinta che dietro questi commenti (guardacaso scritti sempre da persone di dubbia tracciabilità)ci sia dietro qualcuno o qualcosa con interessi diversi (‘mbo, ambisce a stufarvi per prendere il vostro posto? ma siamo al delirio)
    non so Sandra, francamente nei vostri blog ho visto qualche pacca consolatoria sulla spalla, vagonate di messaggi accondiscendenti ma in giro ho trovato ben poca gente che ha espresso chiaramente il proprio pensiero (pro o contro poco importa), io … diciamo che sono un po’ fuori dal coro, e sono ben felice di avere la fortuna di potervi leggere.

    Rispondi
  3. maricler says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 15:50

    Ciao Fiordisale, ho letto bene il tuo post, e l’ho trovato molto intelligente e ricco. Io sono una di quelle che aveva scritto un post per criticare la deriva commerciale dei blog, riferendomi esplicitamente al Cavoletto e a Sandra, in merito alla questione Lagostina. Alors: la mia critca si riferiva esclusivamente alla pubblicizzazione di quel prodotto perché nella mia idea di buona cucina la pentola a pressione sta ai margini. Consente di cucinare più velocemente, certo, ma sponsorizzarla mi è sembrato un tantino eccessivo, quando soprattutto lo si è fatto senza curarsi tanto dell’aspetto culnario, facendo emergere l’aspetto pubblicitario fine a se stesso. Mi riferisco a Sandra, ad esempio, che ha cotto gli gnocchi nella pentola a pressione: lì mi si sono strabuzzati gli occhi perché va bene fare la pubblicità ma cuoci almeno un cavallo per giustificarla.
    Certo, avrei potuto e potrei farmi i fatti miei, ma l’intervento, anche critico, mi appartiene, tra i blog come a casa come nelle piazze. E quindi non capisco perché chi critica viene accusato quasi automaticamente di invidia, ad esempio.
    Non critico la pubblicità in generale: parlare di un vino, di un negozio, di un prodotto. Ben venga, quando questo è di qualità comprovabile. Rimarrei dubbiosa semmai qualcuno dei bloggers decidesse di farsi pagare per sponsorizzare il Mc Donald’s, o l’Alixir della Barilla, di cui si legge malissimo, ad esempio.
    Bisogna distinguere, secondo me.
    Che Cavoletto e Sandra abbiano raggiunto alti livelli professionali è più che meritato, sono entusiaste della loro professione e sanno trasmetterlo.
    Dipende secondo me cosa si sponsorizza e come lo si fa, e se questo porta a delle critiche, perché no?

    Rispondi
  4. CoCò says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 15:55

    Quando si dice levarsi un sassolino dalla scarpa!!!

    Rispondi
  5. Valeria says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 16:00

    Ciao Fiordisale, ti seguo da un po’ di tempo…silenziosa… mi piace leggerti e il tuo modo quasi “parlato” di scrivere… ti giro un meme, mi è parso di capire leggendo il tuo commento da Stelladisale, che ti stuzzicasse l’idea di farlo…passa da me quando vuoi
    :o)

    Rispondi
  6. fiordisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 16:24

    Maricler scusa perdonami, tu hai detto cose anche diverse. Hai detto per esempio che se uno/a è del settore può parlare a ragione veduta di un dato articolo (prodotto-ristorante) ma non accetti la rece di una casalinga.
    e perchè, scusa?
    io non sono una votata alla polemica, ma me ne potesse fregà de meno, però mi chiedo con quale arbitrio pensi di avere determinati diritti. cioè chi ti ha fatto st’investitura. perchè estendi il tuo ruolo oltre a quello di lettore più o meno affezionato? Anche io ho letto tutti gli articoli sulla pentola a pressione, ne ho due e ne uso zero (più o meno) ma non mi è saltato manco per l’anticamera del cervello andare a sindacare in blog altrui.
    cerco di spiegartela meglio così ci capiamo.
    se un blogger avesse scritto che cuocendo le piume di struzzo nella pentola a pressione si sarebbero prodotti ottimi spaghetti vegetali chiunque avrebbe avuto 3 strade: 1. andare a leggere dell’altro, 2. sperimentare la vicenda; 3. aprire un dibattito su sti fantomatici spaghetti vegetali.

    comprendi la differenza?

    nessuno ha il diritto di stabilire l’indirizzo editoriale di un blog, l’unico responsabile è l’autore, gli altri, se vogliono, sono lettori, più o meno attenti, più o meno partecipi, e altro.

    per me non esiste il “Dipende secondo me cosa si sponsorizza e come lo si fa” esiste solo il prodotto che mi si propone e se mi interessa leggo, se non mi interessa passo oltre.
    Le critiche, al di là del tuo nick, in genere sono sempre sotto false generalità, non tracciabili e questo non è un caso, credo.
    le stesse pecche di sigrid e sandra, se proprio ci venisse voglia di considerarle pecche, le hanno diversi blog, eppure solo queste due blogger vengono mitragliate.
    A me scusami la franchezza, ma delle volte mi pare che il mondo si suddivida con gente che ha in testa labirinti deserti (di neuroni) e ad altri che in testa hanno monolocali affollatissimi (sempre di neuroni).
    Nessuno può dirti se il mio articolo su cooking sia commerciale o meno ed io voglio sentirmi libera di scrivere quello che penso, se poi qualcuno (e non alludo a te) pensa che sia una marchetta, sono affari suoi, posso solo dire parliamone, stabilite un prezzo e provate a comprarmi, ma se non ci riuscite non rompete le scatole.

    Rispondi
  7. maricler says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 16:44

    Quando parlavo di casalinghe non mi riferivo alle casalinghe vere, ma a ciò che passa come casalinga tra le pubblicità, dove il più delle volte la donna in questione è cieca rispetto al prodotto che pubblicizza (altrimenti non si spiega come mai pulisce casa col sorriso e sviene dal profumo di lavanda….). Credimi, allo stesso modo critico celebri cuochi quando fanno la pubblicità al brodo Star che suda glutammato.
    Sul chi mi dà il diritto a criticare: a dire il vero mi è sempre sembrato ovvio (lo dico senza presunzione, davvero). Nel senso: nel mio blog oltre alle ricette la maggior parte dei post recensisce ristoranti. Se qualcuno viene a dirmi: guarda, secondo me dici cazzate, secondo me quello che scrivi è orribile è libero di farlo. E io sono libera di rispondere.
    Il punto è che ci sono argomenti sui quali sono più sensibile: ad esempio, se qualcuno posta la famosa ricetta delle piume di struzzo, davvero non mi frega nulla.
    Ma se qualcuno vuole spacciarmi per genuino un prodotto che in realtà offre solo perché è pagato per farlo, a quel punto mi viene spontaneo dirgli: ei, mi prendi in giro? E io, che fino al giorno prima ho letto il blog, commentato eccetera, non vedo perché non dovrei continuare a commentare anche se questo avviene in negativo. Capisci? E poi: io continuo a leggere i suddettu blog, e ho criticato quelle volte, ma figurati se vado a dire ogni volta: questo mi dà fastidio e questo pure. Non penso di avere questa autorità e nemmeno penso che freghi a nessuno quello che penso. Ma la libertà di un commento negativo non mi sembra esagerato. O no?

    Rispondi
  8. fiordisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 17:03

    scusa Maricler ero in piena riunione ed ho tentato di risponderti di fretta, ma l’ho fatto un po’ maluccio (ho scoperto che mezza mano non basta).
    ho corretto quel migliaio di errori che rendeva il tutto incomprensibile

    Rispondi
  9. fiordisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 17:27

    Maricler e fai male! perchè dovrebbero essere le piume di struzzo trasformate in spaghetti a doverti interessare, non se-come e perchè uno fa pubblicità.
    I commenti, laddove sono costruttivi secondo me sono utilissimi, ad esempio se non ho molto da dire oltre un “ohhhhh ma che buono” cerco di evitare. Però io contesto l’oggetto della critica, non la critica.
    te l’ho detto, ogni tanto sandra, che non conosco, parla nel suo blog di prodotti che magari io compro già (da anni) dal suo stesso fornitore (committente, chiamalo come ti pare), quindi sono ben in grado di capire se scrive cavolate oppure no, e ad oggi non ne ha scritto. Tutto quello che ha scritto su Palatifini avrei potuto scriverlo io stessa. Quindi?
    sulla pentola a pressione tu te la saresti cavata se avessi fatto un commento del tipo che non ti piaceva la ricetta, ma non credo sinceramente che qlc abbia diritto di pretendere oltre.
    A me non piaceva la ricetta e sono andata oltre.
    Ma forse io non faccio la critica di mestiere, quindi investo diversamente il mio tempo.
    se il mondo fosse popolato di gente identica ci troveremmo di fronte ad altre persone che sospetterebbero che dietro ogni tua rece ci sta dietro chissà quale interesse.
    ne sei cosciente , si?

    ora ri-parliamoci chiaro, se uno sta qua per lavoro (nel senso che il proprio lavoro è far prendere aria ai bit di wordpress) mi sta bene, ma se uno sano di mente rinuncia (perchè è una rinuncia) ad uno spicchio di vita nel mondo reale lo fa (lo deve fare) solo per il piacere di leggere/scrivere, non per polemica.
    A me nessuno mi ha chiesto di comprare una pentola a pressione, nessuno mi ha imposto di usare la suddetta per cucinare, questo ti suggerisce qualcosa?
    Non ho bisogno di balie o censori che mi filtrino le informazioni, voglio ed esigo esercitare il mio diritto di selezionare le informazioni che mi interessano da quelle di cui non me ne po’ fregà di meno, tu e chiunque siete liberi di criticare ma non di polemizzare (“chi polemizza avvelena anche me” du iu rimembar?) e cmq (sempre secondo me) le critiche dovrebbero limitarsi al cibo, e alla cottura, non certo ai messaggi promozionali.

    che poi anche qua. io ho detto in lungo e in largo, un post si e uno no (e lo ri-dirò sempre) di usare pentole in pyral e /o in rame.
    come mai non sono stata tacciata di promotrice pubblicitaria?

    dai su, ammettiamo che su ste due un po’ la mano si è calcata.

    Rispondi
  10. fiordisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 17:29

    Valeria quanto ti ha dato stella per sta cosa? di la verità eh!!!! :))))

    Rispondi
  11. fiordisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 17:29

    CoCò in che senso?

    Rispondi
  12. fiordisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 18:00

    Maricler ora che ci penso, nel libro di Alan Bay ci sono scritte un po’ di cavolatine (parlo solo di cucina ligure, tanto per capirci), nel caso servisse potrei citarti le pagine. Ad esempio si parlava di allungare il pesto con la prescinseua, o di usare la pasta fillo per la pasqualina, così tanto per fare degli esempi concreti e tanto per dirti che se ripetesse ste cose qua a genova gli rideremmo in faccia, mentre ho notato nella foodsfera una sorta di riverenza solo perchè di cognome fa Bay (il che mi fa sospetttare che se fosse stato lui a parlare di pentola apressione…. è un sospetto eh).
    Io ho criticato le affermazioni di Alan Bay, le ho criticate, le critico e non mancherò di criticarle in ogni dove, finché non ci sarà da parte sua una rettifica.

    Riesci a notare la differenza?
    io non critico l’operazione commerciale delle sue fantomatiche “77 ricette perfette”, ho buoni argomenti per criticarne il contenuto.

    e tu?

    Rispondi
  13. stelladisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 18:00

    cioè tu oggi non avevi proprio altri pensieri eh dovevi proprio ritirar fuori sta storia della pentola a pressione, che non ho neppure seguito tantissimo ma l’unica cosa che mi viene in mente è che è diverso fare una recensione perchè si è stati in un ristorante e il ristoratore neppure lo sa e fare una recensione perchè qualcuno ci ha dato dei soldi per farla come uno spot vero e proprio, però chi non ci dice che anche quando si parla bene di un ristorante facendo finta di esserci andati semplicemente a mangiare invece sto ristorante non sia di qualcuno che ci ha offerto il pranzo per avere la rece positiva? cioè non è così semplice e in fin dei conti chissenefrega, ma io preferisco che la cosa venga dichiarata prima, una sorta di bip come alla radio, attenzione questa è un’informazione pubblicitaria, mi sembra più corretto, poi che ognuno faccia come vuole…

    no perchè adesso che ci penso dove andiamo domenica se gli facciamo tutte la recensione cosa ci offre? :-)

    no non l’ho pagata valeria, ma scusa mi sei venuta a uffare nel blog, ti pare che potevano rimanere tutti indifferenti? ovvio che ti sarebbero fioccate le nominazioni :-) che adesso non si aspetta altro che di sapere i tuoi segretoni :-)

    Rispondi
  14. Valeria says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 18:27

    eheheh non sono prezzolata come vedi… appoggio le tue argomentazioni sulla questione “spot”, lo dico così, per dire la mia, non perchè tu mi abbia pagata … ;o)

    Rispondi
  15. fiordisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 18:59

    Stella è esattamente l’obiezione che ho fatto io. Chi dice che cooking non mi abbia dato na pentola in omaggio? Chi dice che quando suggerisco che quella tal ricetta viene meglio in pyral e nel rame non lo faccio dietro obolo? nesuno stella, proprio nessuno. Quando io leggo le informazioni in giro le assumo al di là di questo tipo di questione, se mi interessano le info bene, sennò passo oltre; non sto a fare il can can, è questo il punto.
    SOno capitata nel bel mezzo della polemica dal cavoletto(diversa ma molto simile, perlomeno nella filosofia)mentre stavo andando ad invitarla a leggersi la discussione sulla giornata della donna sul tuo blog, così mi sono letta un po’ di post deliranti e memore di tutta la questione sulla pentola a pressione (che ho letto grandi linee)ho deciso di fare il punto della questione.
    e per fare questo ho pure rinuncato a postare la mia ricetta quotidiana, pensa te.

    I rapporti umani (e io parlo rapporti umani) sono basati sulla fiducia (anche qua come nella vita vera) se mi accorgo che uno vuole fottermi, vado a leggermi altri blog, ‘mazza aho c’è pieno.
    Non credo al concetto del dilon carosellesco, credo molto di + nella cultura di qualità, a me sta bene che uno ci guadagni (ma pechè no?) preferirei che lo facesse senza smerciarmi per spaghetti vegetali delle piume di struzzo, questo si, e nel caso si esibisse in una stronzata simile glielo farei notare. perchè per me una fesseria è una fesseria, in saldo o gratis fa poca differenza (altrimenti pare quasi che sia più etico raccontare cazzate aggratis, ti pare? :))

    a valeria l’hai pagata perchè ti sei resa conto all’ultimo istante e proprio grazie al mio uffaggio ti esserti scordata di me.
    mica sono scema :))))))

    Domenica farò un servizio su Rina, sai mica da chi mi devo informare per sapere le tabelle dei prezzi?

    tu regolati così, i miei segreti sono più segreti dei tuoi, tzè, dilettante! :)

    Rispondi
  16. fiordisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 19:01

    Valeria guarda che non c’è niente di male a farsi dare l’obolo, l’unica pecca (secondo stella) è che avresti dovuto farmi il dilon carosellesco :)))))

    sulla questione spot mica ti posso pagare, non è etico, dai! hahahaahhaahhaah

    Rispondi
  17. fabrizio says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 19:12

    E vabbe’ che siamo liberi, e se a uno piace la pentola a pressione (mia madre ne va pazza, per esempio) fa bene a dirlo. E io gli dico che non mi piace e lui che invece che sì. Poi magari ci scaldiamo e ci prendiamo a cornate, ma insomma non ne farei una tragedia.
    Le marchette sono un’altra cosa. Diciamo che tu vuoi parlare bene di qualcosa perché ti piace, lo fai in tutti i tuoi post e io ti seguo con interesse. Poi viene pincopallo e ti dà duecento lire per parlar bene di quell’altra cosa. Le prendi e lo fai. Bene, mi sento preso in giro. A meno che non me lo dica, non mi dica che è un messaggio promozionale. Se non me lo dici, mi stai prendendo in giro. Se lo scopro, che è una marchetta, mi ingazzo. Se non lo scopro mi prendi in giro e non me ne sto accorgendo. Ma sempre preso in giro sono.
    Ma ancora, se prendi le duecento lire per parlare solo delle cose che ti piacciono, e se non ti piacciono le rifiuti, io lo vorrei sapere lo stesso che hai preso le duecento lire. Perché mi viene da pensare, anche se magari non è vero, che se il giorno dopo ti capita una pentola a pressione meglio di quella, tu non me ne parli perché le 200 lire le prendi da quell’altra. Comprensibile che si faccia così, e per questo vorrei saperlo… Perché se ci sono in ballo duecento lire, e nella pentola a pressione ci trovi un diffettuccio, uno qualsiasi, piccolo piccolo, missà che non me lo dici. E ci mancherebbe, me lo aspetto e lo accetto, non ti sto chiedendo questo, se hai preso duecento lire. Per questo vorrei sapere se le hai prese. E anche tu (tu per modo di dire) dovresti accettare che quei pezzi non sono come tutti gli altri, invece che difenderli come fossero le tue criature più autentiche.

    Comunque il grosso della tristezza è che le marchette, nelle redazioni dei giornali si chiamano proprio così, confidenzialmente, siano entrate nei blog. Non è ovvio per tutti, ma i pezzi “prezzolati” si riconoscono abbastanza bene nella stampa ufficiale. Non fanno granché per nasconderlo, i giornali, non è in quei pezzi la loro personalità Ma se l’ha accettato il corriere della sera, di avere redazionali, perché i bloggers si sbracciano e si disperano urlando la propria verginità, quando ne fanno qualcuno? Li facciano, se credono, ma con più leggerezza, e essendo contenti che si noti la differenza con i loro post consueti. Una parvenza di ruspante sincerità bloggettara gli rimarrà attaccata addosso, almeno. Poi per carità è una cosa mia se mi viene il maldipancia a pensare che quei post sinceri sono il traino ai pezzi inutili da duecento lire…

    Rispondi
  18. fiordisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 19:46

    Bè fabrizio il tuo approccio, ammetterai, ch’è un filino diverso. e se mi leggi sai (dovresti quantomeno aver intuito) che io potrei scrivere solo e unicamente di ciò in cui credo, non è una questione da duri&puri, sia ben chiaro. Ma con tutto rispetto per loro, io storie di presunti duri&puri su libri paga ne conosco per così. Essere pagati per un qlc che si farebbe a gratis credo che sia il sogno segreto di tutti, e per un certo senso a me è capitato col mio lavoro, che all’epoca era il mio hobby nei ritagli di tempo, però come ho già detto se uno per 3 anni mi dice che con la pentola a pressione non è cucinare e dopo mi fa l’elogio della PaP, sono fatti suoi, è lui che ci rimette credibilità mica io, io (che non sono mica na marziana) non ho bisogno del dilon x capire che quello è uno spot.
    capisci?
    a me gli articoli di sigrid non sembrano pubblicità occulta, o meglio, non li subisco con questo spirito, se si parla di qlc che mi interessa continuo a leggere altrimenti vado oltre. Machemmifrega se a mister x gli danno le 200 lire per scrivere i suoi articoli? Io mi regolerei diversamente, ma io sono io e non ho alcuna pretesa di essere un modello per nessuno. Chiunque ha il diritto di esprimere se stesso come crede e gli occasionali lettori/interlocutori saranno ben in grado di farsi una propria opinione no? insomma io da quello che ho visto c’è un intero settore completamente compiacente a prescindere (anche sulle cavolate, perchè non sono spot? chissà) altre fette di blogsfera invece sono agguerrite, ma solo verso qualcuno. il che ammetterai fa un po’ sorridere, è un grande passo avanti verso l’etica selettiva, non credi?
    Anni fa la lambertucci (forse ricorderai) fece delle gran cavolate attorno all’argomento “nutrizione” e per poterlo fare si servì di medici (ignari?) e quant’altro. ha venduto libri (che io ho, non credo tutti ma abbastanza) si è intortata con gli sponsor, ha smerciato schifezze per acqua santa. questo per me è da condannare.
    e dico davvero.
    se uno non ha provato quel dato alimento e ne parla o se elogia na porcheria alimentare è un cazzone in malafede, che io sputtano. non critico, non polemizzo, sputtano e basta (è per la questione che non ho vie di mezzo, non ti preoccupare)
    Ma se invece si accorda col caseificio pincopallo e fa da betatester e posta ricette usando quei prodotti caseari, illustrandone le qualità (e spero anche eventuali pecche) ma ben venga.
    e non me ne frega niente che mi faccia il rendiconto annuale dei suoi introiti, non sono una commercialista, mi limito a ringraziarlo perchè (magari) mi ha informato di prodotti che non conoscevo.
    insomma uno mica può vivere con la spia del sospetto sempre accesa, no?
    anche perchè, se uno niente niente è un po’ sveglio, se ne accorge subito di essere stato preso in giro e che quelle, in realtà erano piume di struzzo. o no?
    (sono troppo idealista?)

    Rispondi
  19. fabrizio says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 20:21

    Essì c’è di peggio, ma che ci basta questo? Siccome c’è di peggio questo dobbiamo tenerlo in poco conto? Alleggerirlo? E’ una chiacchiera su una robetta che riguarda quattro gatti, noi quattro blogger che ci piace la cucina, e va bene che sia un discorso leggero. Ricordi la pentola che “Per chiuderlo basta un dito”… Che ridere. Va bene, ti hanno dato duecentolire, e che sarà mai? Che c’è di male? Lo abbiamo capito e poi ne parliamo. A me piace, a te no… Ne stiamo parlando, va bene no? Nemmeno si parlava di pentola a pressione, ma del fatto che scoperta questa cosuccia le dirette interessate si inalberassero come se si trattasse di post normali. Non serve essere svegli per capire che si tratta di quelle cose là, e allora a che serve nascondersi dietro il proverbiale ditino? Mmmmmm… Mi puzza di gente che nemmeno a lei sembrava tanto bella, quella cosa là.

    Del cavoletto seguo ancora le ricette, quando parla del Gambero o di Pierangelini mi piace raccogliere le informazioni, sui giudizi invece passo dritto. Che c’è di strano? Sarebbe strano se lei stessa sostenesse che anche in quei casi è pura e libera come quando ci racconta del suo rapporto con burro e grassi animali vari.

    Poi vabbe’, ce ne accorgiamo, non ci facciamo fregare, e ci sono cose peggiori. Poteva andar peggio. Ma fare due chiacchiere anche su questo non mi sembra una gran tragedia, no? Tanto più che ancora se ne parla, anche qua, con una certa verve…

    Rispondi
  20. fabrizio says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 20:26

    Ah, essere TROPPO idealisti in queste chiacchiere amene è sempre bene. Almeno qua che si possono evitare compromessi…

    Rispondi
  21. Elisabetta says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 22:16

    Un giorno ti farò l’elenco delle cose (molto poco carine) che ti dice la gente (in genere alle spalle) quando molli un “lavoro sicuro ma poco stimolante” per trasformare in una professione le tue vere passioni.

    Rispondi
  22. fiordisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 23:26

    fabrizio ‘mbo io non so se lo sono troppo, forse si, forse no. Però mi piace l’idea di non avere come valori prioritari la diffidenza o la cultura del sospetto. Il che non significa essere cretini, o meglio cretina lo sarò pure, ma i motivi credo siano altri e più pertinenti. Fatto salvo che non ho alcun motivo per sostenere che hai torto, vorrei richiederti il prodotto sponsorizzato era si o no una ciofeca? Perchè è questo il punto.
    Se fosse stato un prodotto scadente avreste dovuto sindacare punto-punto su questo anziché sull’etica. Se il prodotto, dopo opportuna prova, fosse risultato valido il discorso sarebbe stato diverso. Ne convieni?
    Poi un’altra cosa fondamentale, i blog, a differenza dei siti, non vivono di vita propria, hanno bisogno di un pubblico di lettori, di commentatori, non pensi che per manifestare lo scarso gradimento verso un determinato tema trattato negli articoli basti latitare il blog stesso? Non credi che in fin dei conti questo tipo di polemica sia stata anche un po’ gonfiata? non hai nessun dubbio che questo tipo di atteggiamento rissoso, che trasversalemnte attraversa ciclicamente la blogsfera, a lungo andare possa fare anche qua gli stessi danni che ha già prodotto in altre aree della rete (e di cui, ahimè, ahinoi, sono stata spettatrice)?
    son domande fabrizio, non certezze. Quando ho citato la Lambertucci (ma volendo potrei anche citare gente attiva nell’oggi, eh) volevo solo sottolineare tra le righe l’abissale differenza tra le situazioni, la Lambertucci mi entrava in casa col biglietto da visita pubblico in cui c’era scritto a caratteri cubitali esperta (blablabla), poi lei si appoggiava anche a medici solo che magari si scordava di dire che erano professionisti che andavano anch’essi a far marchetta. Ed esempi simili potremmo farne a iosa, sia ieri che oggi. Ma questo non ha alcun valore con i foodblogger per il semplice fatto che i blog in cui si transita o che si leggono si scelgono ogni giorno, non entrano in casa con sponsor pubblici. La scelta è consapevole. Proprio perché voglio dimostrarti che se volessi potrei esercitare la quota minima di sospettosità pure io, potrei immaginare che avete (hanno, avranno, coniugala come ti pare) dicevo potrei immaginare che avete fatto tutto sto cancan perché in realtà vi siete spaventati che qualcuno rompesse il giocattolo. Il che è segno di estrema fragilità, oltre che di paura atavica. La pubblicità, qualunque pubblicità, senza il chiarore dato dalla presenza del pubblico, si oscura da se, oppure diventa assai affidabile proprio perché si autoseleziona calibrandosi al meglio. La pubblicità, giusto per chiamarla col suo nome, non è il diavolo, anzi bisognerebbe usare intelligentemente la rete per cercare di aprire dei canali di dialgo con i produttori, perché quello che conta alla fine della favola, è la qualità di ciò che si mangia.
    Se devo dirtela tutta io la cosa della pentola a pressione l’avrei gestita meglio (sia da na parte che dall’altra), ad esempio avrei evitato di far scrivere articoli a enne blogger sulla pentola a pressione lo stesso giorno, fossi stato il committente. Mentre tornavo a casa pensavo “ma tu immagina se un blogger ingenuotto si fosse infognato a farci l’elogio della patatina (pai)” … ecco. Immagina la scena (non servono parole). La credibilità è una cosa seria, possiamo ironizzarci su, ma facciamolo seriamente, se uno decide di rinunciare alla propria mi sta bene, però sono anche libera di andare altrove. Ora che ci penso l’altra volta sono capitata in un blog con un po’ (mi pare 3) belle torte a forma di cuore e come unica frase di accompagno c’era una specie di augurio di San valentino. Alchè lascio un messaggio chiedendo spiegazioni sulla ricetta, nulla di che intendiamoci, ero solo stupita che in un blog di un pasticcere non ci fossero le ricette, cosa mi doveva fregare delle foto?
    Insomma me l’hanno fatta tanto lunga che alla fine gli ho chiesto se quella era la loro vetrina, in tal caso avrebbero potuto giocarsela meglio. Chiunque (nelle giuste condizioni) cerca di vendersi, il che non significa che me lo debba comprare proprio io.
    No?

    Piesse
    Mia mamma era grande sostenitrice della pentola a pressione, apposta ne avevo 3, di cui una è rimasta al mio ex. Io invece preferisco la cucina lenta, con le pentole che borbottano e lasciano fuoriuscire gli aromi ad invadere la cucina. A pressione ci cucino giusto i legumi (ma non tutti) a volte taluni tipi di minestrone e se il polpo è parecchio grosso ce lo faccio, altrimenti no. Fine storia.

    Rispondi
  23. fiordisale says

    giovedì 28 Febbraio 2008 at 23:29

    Elisabetta mah forse invece srebbe bello se tu loraccontassi. Perché credo che sia una via crucis alla quale si è costretti un po’ tutti e tutti la si vive singolarmente in pieno isolamento.
    Il che non fa bene, no?

    Rispondi
  24. maricler says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 09:47

    Ciao Fiordisale, ieri poi sono collassata tra cucina e divano e mica ho più risposto. Hai letto l’opinione di Fabrizio, che è però diversa dalla mia. A me infastidisce Allan Bay che capisce poco di cucina e molto di marketing così come quelli che per le celebri 200 lire si improvvisano venditori di un prodotto che fino al giorno prima nessuno ha mai nominato. Mi infastidisce il pretesto della ricetta per vendere una pentola su un blog di ricette. Forse mi dà fastidio l’ideologia, sarò una pesantona di sinistra, che ce vuoi fà? Però ecco, come tu leggi e non commenti, io leggo e ho commentato all’inizio, la prima volta che la Lagostina è comparsa magicamente tra quei due blog. La polemica contro le due ha una data, ossia quella del primo post sulla Lagostina, e anche una fine, per quanto mi riguarda, perché ho smesso di scrivere commenti negativi. Leggo e passo oltre. E non capisco perché su quei miei commenti negativi ci sia una scia che quella sì è gonfiata, mica la critica in sè. O mi sbaglio?

    Rispondi
  25. Loste says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 10:03

    Argomento periglioso, molto pieno di insidie e di rischi. C’è da dire che la penso esattamente come te, ma…. E si c’è un “ma”, dopo un paio di anni passati dentro la rete, come blogger intendo, comincio anche a farmi un’idea molto più complicata di quella che ogni tre mesi suscita la solita polemica.
    Bisogna che ci rifletta, che studi, che costruisca la tesi e magari pubblichi il manifesto.
    Ciao Marco

    Rispondi
  26. Fabrizio says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 10:06

    Guarda, il problema non è se quella pentola sia o no una ciofeca. Non lo so, non l’ho provata, e mi sarebbe piaciuto che una che l’ha provata mi avesse detto se lo era. Ma visto che l’ha provata con insieme duecentolire, continuo a non saperlo. Capisci perché dico che è importante saperlo, delle duecento lire?
    Poi non c’è niente di male. Uno le prende oppure no le duecentolire, magari dice cose su cui non concordo. Mica è un idiota, per questo. Discordiamo, ce lo diciamo, ci scorniamo anche un po’ magari. Nel nostro blog abbiamo parlato spesso di ristoranti che a noi non piacciono e a altri no. E che sarà mai! Ne abbiamo parlato, ci siamo anche scaldati, abbiamo passato del tempo insieme. Poi lo diciamo sempre: provate anche voi. Se scoprite che il vostro metro è simile al nostro, vuol dire che avete guadagnato due che girano anche per voi, di cui fidarvi…
    Il discutere sulle cose a me piace. Veramente chiameresti polverone, queste due chiacchiere? Fragilità? Con la tastiera davanti siamo tutti forti, grazie a dio non è qua che si combatte. Qua si scambiano idee, anche belle infuocate, ma insomma non fanno paura, no?
    Quanto alle nostre amiche, che magari non l’hanno gestita benissima, che magari era la priuma volta che maneggiavano una cosa simile (una cosa come le duecentolire per parlare di qualcosa), il problema è che i loro blog mi piacciono. Solo, sto in guardia un po’ più di prima. Come in ogni cosa della vita [ahi che brutta frase…].
    Quanto alla qualità delle cose, noi siamo andati a Torino al Birichin perché Sandra ne parlava bene. A MAricler è pure piaciuto, a me no. E visto che di solito le robe sui risto le scrivo io, ci s’è beccati la stroncatura. E vabbuo’, che sarà mai? Devo pensare che Sandra prende soldi da Batavia? Secondo me no… Magari le sta proprio simpatico, magari le piace da morire. A me no, l’ho detto, pace. Quanto alla pentola a pressione, invece, la voglia di provarla non m’ha sfiorato. E guarda che mia madre me la promuove in continuazione. Ma finché un mio coetaneo, o qualcuno che stimo dal punto di vista culinario, non se la prova e me ne parla con onestà e giudizio, a me la voglia di provarla non viene.

    piesse: ma visto che ne hai tre, ti va di fare un'”Operazione trasparenza”? Provale tu per noi ti prego! Di te mi fido. Magari poi mi dici che per questo e per questaltro è troppo bella, io la prendo e scopriamo di avere gusti cucinieri differenti, e faccio un acquisto sbagliato. Ma fatto in questo modo lo accetto di più…

    Rispondi
  27. Fabrizio says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 10:08

    Compagno Marco, aspettiamo il Manifesto. Io intanto mi attrezzo per lo sterminio dei kulaki…

    Rispondi
  28. CoCò says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 10:28

    No Fior di sale volevo dire che ti do ragione e che ogni tanto è bene chiarire un poco la propria posizione e dire come la si pensa, non trovi?

    Rispondi
  29. Filippo Ronco says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 12:28

    Solo una riga che passo volante ma bello ‘sto post. Brava Gisella. Ciao, Fil.

    Rispondi
  30. campodifragole says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 13:41

    Hey ragazzi ma quante parole! Quanta polemica, suvvia!Allora avete ragione tutti e nessuno. La critica e’ buona perche’ altrimenti che siamo tutti angioletti che ci beviamo ogni cavolata che qualcuno dice? E poi e’ anche vero che uno con il blog ci fa quello che vuole- fin qua tutti d’accordo? Voi ai
    vostri amici non dite mai che si sbagliano? che stanno dicendo cazzate per esempio…e allora.. pero’ sapete dirglielo con delle buone maniere no? io penso che il problema stia tutto qua: e’ come si dicono le cose- sia da una pa
    rte (quella che fa la pubblicita’ – perche’ la pagano)
    e chi si lamenta e dice vabbe’ il tuo blog mi piace moltissimo pero’ non mi vendere stronzate! Scusate i miei termini…senza offesa eh! qui in Spagna siamo abituati a parlare in maniera piu’ colorita, nient’altro. siamo tra amici no?

    Rispondi
  31. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 15:02

    Maricler non sono sparita, tranquilla. Io non so i dettagli, come sicuraemnte avrai intuito, anche perchè i dettagli non è che m’attizzano sto granchè, dai. io non ho paura della pubblicità, l’ho detto, lo ripeto e lo ripeterò sempre. Ho paura di quelli che si creano chissà quali aspettative dagli articoli online, il che mi fa sospettare che si siano (o potrebbero essere) a rischio fregatura, perchè se delegano al dilon dello spot la possibilità di selezionare i contenuti, significa che se uno non ci piazza il dilon può scrivere qualunque cosa.
    ti pare normale?

    Rispondi
  32. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 15:05

    Loste ecco dai, pubblichiamo il manifesto etico del pefetto postatore errante.
    ma fallo col tuo stile, dai.
    sarebbe una goduria sconfinata, tentare di camminare all’interno del perimetro che avrai la bontà di disegnare (fammelo a zigzag, così tanto per elettrizzare l’andamento, ti va?):))

    Rispondi
  33. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 15:54

    fabrizio allora cerco di farti esempi concreti che io mi ci ingarbuglio col bilancino del teorizzatore del nulla. Se il signor lagostina fosse venuto da me a farmi proposte (decenti o indecenti, poi semmai lo stabiliremo) io molto ma molto trasparentemente avrei fatto un bel post dicendo, appunto,quanto segue:
    *** io ho la barazzoni, ben 2(la terza la usa la nuova moglie di mio marito, quindi non la conto) se a suo tempo ho scelto una marca diversa ci saranno ben stati dei motivi, ad esempio la loro cacchio di molla mi schianta di paura, però datosichè mi hanno proposto di provare st’aggeggio per un milione di euro (ma te pare che mi sforzerei per duecentolire?) ho deciso di provarla. va da se che io il risotto, l’arrosto, e quant’altro amo fare in pentola, continuo a farlo in pentola, però una bella insalatina di moscardini o polpo, “se po’fa”. A quel punto avrei fatto le mie considerazioni sull’oggetto in questione (e sarebbero valutazioni vere, perchè io non accetterei un contratto per una ciofeca, manco se il contratto fosse da un milione di euro, che l’euro passa, io no- meglio essere chiari)e stop.
    ma questo è il mio modo di fare, capisci? io non posso pretendere che tutti facciano sto tipo di scelta, sarebbe assurdo.

    quello che mi preme sottolineare è che pur non avendo torto totalmente, la posizione assunta da taluni blogger è insostenibile, perchè non puoi metterti a filtrare le informazioni, è troppo rischioso, è come se prendessi per oro colato ogni cosa in giro. solo perchè non ha sponsor.
    riesci a capire cosa intendo?
    come pure non va bene questa sorta di protezionismo del pubblico lettore, lo ripeto, fate un sondaggio e cercate chi cavolo ha o ha usato sta pentola, stesso modello (scusa eh, ma io non ce l’ho la lagostina)e entrate nel merito a criticare le eventuali inefficienze, oppure a confermarne la qualità. fare le crociate ideologiche su temi etici (nel teorico) è una strada perdente, perchè al di la del ritornello (etico, appunto) non si hanno altri argomenti.
    mò ti racconto un piccolo episodio visto che recensisci i ristoranti.
    Hai presente Pintori a Genova? ci sei mai stato? lo hai recensito? Qualche anno fa era molto di moda, anzi di più, stelle di qui, guide di là (presumo tu capisca cosa intendo) mi sono fatta convincere da un amico ad andarci, in effetti non c’ero mai stata e per attitudine di vita non vado mai in ristoranti blasonati, mi basta la qualità accertata. comunque andiamo in questo posto e già si parte male appena entrati, non sto a fartela lunga perchè sarebbe una sofferenza ripercorrere quell’infelice serata, ti basti sapere che gli spaghetti erano duri, non al dente, proprio duri, una cosa che manco la peggiore bettola, le acciughe avevano la testa, il dolce non ho voluto manco vederlo che ero già con la nausea addosso e il caffè me lo sono andata a bere al bar. Se ti dicessi che in genova è l’unico posto in cui io non mangerei manco un panino ci crederesti? è proprio vero, eh.
    e mi piacerebbe conoscere il pincopallo che ha inserito sto ristorante nelle guide michelen e gamberorosso, mi farei come minimo rimborsare il conto, quello si da ristorante a 5 stelle.
    sono riuscita a farti capire cosa significa analizzare “l’etichetta” fermandosi su quella o andare oltre, magari scandagliando il contenuto?

    fabrì, le guerre di religione sulle etichette si perdono, bisogna badare solo al contenuto, quello si ch’è importante.

    Rispondi
  34. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 15:56

    Cocò secondo me la chiarezza vince sempre

    Rispondi
  35. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 15:59

    CiaoFilippo, buon we

    Rispondi
  36. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 16:01

    ma sai Campodifragole, si stava giust’appunto valutando se na stronzata sponsorizzata ha lo stesso peso specifico di una non sponsorizzata, perché magari la prima pesa di più e non me n’ero mai accorta, chissà

    Rispondi
  37. Lory says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 16:51

    E adesso che faccio?
    Aspetta di sapere cosa ho appena ricevuto per mail,poi che farai mi crederai quando ti dirò che nn ho preso un euro,che nn mi hanno regalato nulla,che nn ho mai sponsorizzato nulla,ci crederai mai? ;-))
    Io giuro che nn c’ero,nn volevo e nn ho chiesto nulla,però adesso che ci pesno,ora potrei anche farlo…ahahaha!

    Rispondi
  38. Fabrizio says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 17:00

    Proprio così! Non dico che la Michelin ha sbagliato qua, ha forzato là… Che ne so, io della Michelin mi fido poco, per la disomogeneità delle schede eccetera eccetera. Ora so cosa ne pensi del ristorante, e se passo da Genova non ci vado. O se me ne parla bene un amico, magari ci vado, così capisco se i nostri (i miei e i tuoi) gusti ristorantecci si somigliano. Se mi piace tantissimo mica me la prendo con te, e nemmeno penso che sei fessa perché non ti piace quel ristorante. Abbiamo metri diversi, o magari abbiamo vissuto esperienze diverse, che mi cambia?
    Poi, sapere tutto, cosa sta dietro a cosa, i maneggi, le sudditanze psicologiche di juventina memoria, mica uno può perder la leggerezza dietro a tutto. Ma visto che di blog si tratta, e visto che quei blog, il loro spirito, il loro metro di già lo conosco, se decidono di cambiarlo, o di distorcerlo con le duecentolire, a me farebbe piacere saperlo. E dopo che lo so va bene così. Liberi di fare le televendite, se volessero, ma senza far finta che sono i “soliti post”. Guarda che non è una questione etica, se vuoi parliamo anche di questo ma così secondo me prendiamo il volo su su fin dove poi scarseggia l’ossigeno. Si tratta di una questione di istruzioni di udo pratico, del blog. Quando il Cavoletto mi dice che ha la casa piena di roba perché sta fotografando per il Gambero, e per cena ha messo insieme questa ricetta, me la leggo, mi piace (oppure no), magari manco la leggo perché sono ingredienti che non tollero. Quando parla di cose del suo datore di lavoro raccolgo le informazioni, e basta.
    Libera di farle queste cose, anche perché di solito non le nasconde. Quindi il suo è un blog ben usabile. La storia della Lagostina (non è stat l’unica, ma è quella proverbiale) invece ha visto gente che cercava di nascondersi. Di dire che nel proprio blog di cose così non ce n’erano. Come fossero cose eticamente scorrette. Chi se ne frega! Magari sì, sono eticamente scorrette, e magari no. Ma già che bruciasse così la questione segnalava che tanto tranquille, in coscienza, le parti in causa non fossero. E secondo me facevano male. Perché non c’è niente di male a prendere le duecentolire e parlare della Lagostina, se mi dici che lo stai facendo. Io mi rendo conto, anche tu, e tanti furbissimi come noi. Ma uno che passa di lì per caso, magari non ha il tempo, la voglia, il becgraund per accorgersene. Proprio per questo in tv e nei giornali c’è la scritto “Informazione pubblicitaria”. Sui redazionali no, e se vuoi ne parliamo, ma non mi sembra il caso, questo. Visto che nel mio blog ci faccio quello che mi pare, e fai bene. Ma se lasci attivi i commenti, e a qualcuno quella cosa non piace (o “per me è eticamente sconveniente”, o “io non la farei mai”), devi accettare un po’ di scontro di idee.
    Che puoi troncare subito con un “Faccio che gazzo mi pare, se non ti va smamma. E se continui a parlarne ti banno”. Liberissimi, ci mancherebbe altro.
    Se invece uno dice a chi non piace il fatto delle duecentolire “Noooo, macchè! Non è vero, non conta niente, resta pur qui, leggiti il post, fattelo piacere che è proprio come tutti gli altri”, mbe’ mi fa un po’ tristezza. E glielo dico, e lui mi può mandare a cagare, e così via a discutere che è sempre piacevole.

    Inzomma, se uno lo fa a me non piace. Meglio che lo fa si veda, invece che lo faccia e basta infilandomela laddove sappiamo tutti quanti, ma questo fatto, e il fatto che non sia poi niente di grave, non mi stempera il giudizio.

    piesse: sul fatto che uno dica stronzate prezzolate non mi cambia. Magari la lagostina gliela regalava sua zia e quelle che per me sono stronzate le avrebbe dette anche aggratis. Fatto sta che con le duecentolire, il rischio di scoprire se quella cosa sia condivisibile o meno mi scema. Se del cavoletto o di Sandra di solito mi fido, in questo caso sospendo il giudizio e aspetto che sia tu a farmi un reportaggio tecnico pratico sulle pentole a pressione! Dai…

    Rispondi
  39. bluerosa says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 17:13

    mumble…. mai pensato che Cooking ti avesse regalato una pentola (a pressione magari!) però sai che ti dico? anche se fosse non mi frega perchè il tuo post era interessante e io ho scoperto un cosa nuova!
    sottoscrivo questo tuo post ed esprimo la mia solidarietà a cavoletto e a untoccodizenzero, due professioniste, e si vede (e si legge) tutti i giorni!

    Rispondi
  40. Enza says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 17:42

    ops, e io che ho letto solo il post di fiordisale (che peraltro condivido, sono anni che la penso esattamente così) mo mi trovo a dover leggere tutti sti concioni!
    vabbè devo trovare la forza!
    ma me misera e me tapina per il momento volevo solo dire che
    1. ma caraaa, te la prendo io una copia, l’ho comprato appena oggi e lo special con pierangelini è davvero bello
    2. i biscotti tienteli, io accetto fiordisale in trasferta che me li vengano a cucinare nella mia cucina.
    3. ho pubblicato una cosa gialla, ma poi mi sono accorta che oggi non è 8 marzo!!!
    buaaaaaah :( :D

    Rispondi
  41. Enza says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 17:43

    ah io l’ho comprato per la sfida della carbonara uaaaaaahhhh non sapete quante risate ci siamo fatti!!!!

    Rispondi
  42. Enza says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 17:44

    ah una sola osservazione.
    il giornale non lo compra nessuno?
    No perchè non solo è pieno di pubblicità ma i giornalisti sono anche retribuiti!

    Rispondi
  43. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 18:49

    fabrizio
    scusa eh, ma te fai la difesa d’ufficio della categoria. secondo me chi ha dato il bollino blu a Pintori definendolo ristorante o si è venduto, o non ci è mai andato o prima di andarci ha avvisato preventivamente la cucina, non contiamoci storie. vabbè che non sono sospettosa prudenzialmente, però manco cretina, un piatto di spaghetti duri (lo ripeto, non al dente, proprio duri) e pesci zozzi manco la trattoria degli operai ex italsider ha il coraggio di portarli a tavola.
    una cosa ben al di la della vergogna.

    se vuoi ti posso fare la recensione del ristorante da rina, dove andrò con le fanciulle bloggesche giusto domenica e che reputo uno (se IL) migliore a Genova (secondo me più di altri blasonati).

    Avevo visto giusto la tua è una posizione di principio (non chiamiamola etica però è parecchio di principio) e vuoi tutelare gli occasionali lettori.
    Però se fossi una degli occasionali lettori un po’ mi ci incacchierei, e che è, pensi che sia cretina e che non so valutare da me se uno mi vuole smerciare schifezze per oro colato?
    sul principio non lo so, sono guerre strane che fanno perdere parecchio di vista il nocciolo delle questioni. e non dire che non è così, perchè è così, te lo dice una che è piena zeppa di (buoni) princìpi, però con gli anni ho pure imparato a selezionarli e lottare fino alla fine solo per quelli che meritano, mica per tutto l’album, che poi si diventa dispersivi e non si porta a casa mai nessun risultato.
    cominciamo a dire che io lo do, certo che lo do, ma solo per il piacere di farlo, mica lo do su commissione (l’articolo, stavo parlando dell’articolo, non distrarti) poi aggiungiamo che se il mio modo di darlo interessa il signor lagostina di turno che mi vuole omaggiare o mettere sul libro paga, ma perchè no, io mica cambio il mio modo di darlo, ti pare? Certo come ti dicevo se oggi dico (e qua lo ribadisco) che io non cucino né con la pentola a pressione né col microonde e domani vengo a farne l’elogio, in effetti avresti ragione, quanto meno avrei cambiato il mio modo di darlo, oppure più fricchettonamente potremmo dire che il piacere di darlo si è ampliato verso nuovi e sconosciuti orizzonti.
    (può andare come definizione?)
    Anche in questo caso non ci sarebbe niente di male. IL VERO DANNO sarebbe se io lo dessi male (o con una qualità peggiore) scrivendo cavolate come le piume di struzzo spaghettate, e sulla lagostina qualche cavolatina l’ho letta eh, mica sto a parlà d’aria fritta, e in quel caso avrei potuto intervenire sul piatto prodotto, mica sul perchè.
    eddai su a momenti non siamo in grado di gestirci in proprio come riusciremmo a filtrare-gestire le decinaia di sconosciuti lettori? anche perchè poi uno capisce sempre quello che i propri parametri (di vita e quant’altro) gli consentono, mica che si capisce tutti al medesimo modo. ma tu metti caso che uno ha davvero bisogno che ci sia un qualcuno che gli spieghi cosa comprare e dove? e perchè mai vuoi impedirglielo, saranno fatti suoi, se piglia na fregatura la prossima volta ci starà più attento. vale anche per i bambini, perchè deve smettere di valere per gli adulti?
    insomma mi fai venire in mente tutta la polemica sulle macchinette del poker nel bar, se ci sono cretini che ci lasciano lo stipendio saranno fatti loro, il sistema mi deve solo garantire che ste macchinette non siano truccate. Basta balie, dai.
    pure i ragazzini dopo un po’ bisogna farli camminare da soli.

    piesse
    mò te lo ridico io-la-lagostina-non-cielò.
    e non-ci-cucino- e non-ci-cucinerò-mai, tranne quelle 4 cose che ho detto.
    io il risotto li dentro manco morta, e l’arrosto ma nemmeno strapagata. però su certe cose, come i ceci funziona perfettamente, ci si impiega 25 minuti anziché 3 ore.
    dipende se uno cucina per il piacere di farlo o perchè ha fretta di assolvere ad un obbligo, coi ceci o il polpo mi sta bene, ma per “cucinare” no, non fa per me, non insistere perchè tanto non te la compro :)

    piessedue
    il “mi fido” che hai usato tu, è un’affermazione un po’ troppo forte per me. io sono una pragmatica sentimentale, diciamo che non vivo con la sfiducia incorporata ma prima di fidarmi (a prescindere) verifico. è deformazione professionale la mia, lo ammetto, analizzo, verifico tocco con mano e poi semmaimi fido, segnati i passaggi :))))).

    Rispondi
  44. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 18:51

    Lory stai cercando di dirmi che non lo hai dato?
    va bene, però guarda che mica era un censimento erotico :)))))

    piesse
    poi ti spiego la tripla battuta carpiata :-)

    Rispondi
  45. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 18:53

    bluerosa cercali su internet, fanno dei corsi favolosi.

    piesse
    non li faccio io
    :-)

    Rispondi
  46. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 19:09

    enza, stiamo parlando di non smerciare na cosa per un’altra e tu mi vuoi smerciare na roba arancione per una gialla? :-)
    hihihihihihi

    ho visto, ho visto, nonostante la giornata in trincea, sono riuscita a fare una capatina
    mmmm davvero non vuoi i miei biscottini? manco se non li mastico prima?
    guarda che te li do seminuovi eh

    piesseuno
    ahhhhhhhh guarda contavo proprio su di te, qua non si è fatto avanti nessun romano, che poi mica l’ho capito perchè certi allegati li danno solo in talune città, poi uno dice che non ci si deve incacchià
    ora che ci penso, ma se tu lo dai a me, poi non rimani senza? non è che lo fai solo per aumentarmi il dazio, vero?
    vabbè dai, vedrò di mandarti un barattolino di pesto, però poi vorrei che andassi dal signor bay a chiedergli perchè scrive di ciò che non ha mai mangiato e che non conosce affatto.

    piessedue
    secondo me dopo tutto sto cancan saranno andati tutti a comprarlo, ma per timore che maricler gli dica che si so’ fatti infinocchiare non lo raccontano in giro :)))

    piessenne
    ah davvero i giornalisti so’ pagati?
    ma tu guarda.
    però pure i bagnini, dai
    (stavo scrivendo gli spazzini, perchè in genere il rapporto, x contro y, si fa con loro, ma non volevo assolutamente offrire la sponda:-( possibilità di fraintedimenti, sai ho corretto perchè non voglio avere sulla coscienza il sorriso di maricler, echeccavolo! :-)

    Rispondi
  47. Maricler says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 20:41

    Fiordisale: non solo l’ho comprato, ma ho anche suggerito a Sigrid e a Bonilli di fare una cosa del genere qui a Milano, magari con Cavallaro, un cuoco che mi piace molto. Abbiamo discusso simpaticamente fin qui, cerchiamo di essere simpatici fino alla fine, no?

    Rispondi
  48. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 21:26

    Maricler ma è per la battuta? ossignur, non dirmi che te la sei presa per questa picola ed innocente trappoletta ironica da principianti in erba, daaaaaiiii! essù, piglia la vita con un sorriso! dai vabbè, vado a cambià la frase così ti rilassi

    piesse
    ‘spe non è che sei tu che a suo tempo recensisti Pintori vero? no dai, dimmi che non è vero, sarebbe troppo buffo (fatto salvo che non cambio una sola virgola contro di lui)

    Rispondi
  49. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 21:32

    miiiii Maricler ora ho visto la battuta che non hai capito.
    cavolo dai quella era proprio eclatante.
    a una battuta così si risponde con una risata. no? da te no? mado’

    e aggiungo: tenendo conto che ho letto il tuo intervento da sigrid.
    ahhhhh mia cara, bisogna che ricominci a ridere delle cavolate

    Rispondi
  50. maricler says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 21:42

    Uh, vabbè. Ma guarda che io non son mica giornalista, lo è stato Fabrizio ma noi coi giornali mica c’entriamo nulla. Recensiamo assolutamente aggratis i locali che frequentiamo, per pura passione. Buona serata

    Rispondi
  51. maricler says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 21:43

    Ci siamo postate contemporaneamente…

    Rispondi
  52. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 22:03

    Maricler ciò non toglie che il gamberorosso (o chi per lui ha questo tipo di responsabilità) può andare a quel paese, spiegami tu perchè a Milano è arrivato e qua no.
    ora taccio tutti di razzismo.

    Rispondi
  53. fiordisale says

    venerdì 29 Febbraio 2008 at 22:21

    uffa dai, era persino divertente, ti avrei detto che i tacchi ti stavano bene, in fondo…

    Rispondi
  54. Concy says

    mercoledì 5 Marzo 2008 at 16:12

    Tutto per me si riduce a tre parole: post-pubblicità-sponsorizzato, tanto complicato scriverlo? Ci fanno male le ditine?

    Rispondi
  55. fiordisale says

    mercoledì 5 Marzo 2008 at 16:20

    Consy hai provato a chiederlo ai diretti interessati? cosa ti hanno risposto? Come ho già detto valuto i contenuti al di là del dilon o delle 3 parole.

    Rispondi
  56. Concy says

    mercoledì 5 Marzo 2008 at 16:57

    Ritengo opportuno e quantomeno corretto che ogni forma di pubblicità venga chiaramente esplicitata. Nel caso della Lagostina ciò non era avvenuto. I contenuti rimangono nel regno del non disputandum est, per i quali nè tu nè io possiamo strapparci i capelli.
    Saluti

    Rispondi
  57. fiordisale says

    mercoledì 5 Marzo 2008 at 17:15

    ennò Consy tu sei libera di dire quel che ti pare, ma io sono pure liberissima di pensarla diversamente. Per me la gente può fare tranquillamente pubblicità a quello che gli pare, non sono una persona influenzabile, o meglio, i miei neuroni hanno sufficiente autonomia da sapersi regolare, contesto che uno mi faccia una ricetta improponibile per promuovermi un dato prodotto. Io guardo il cibo, proprio come fa maricler al ristorante. e se tu cuocessi i capelli d’angelo nella lagostina ti riderei in faccia, tutto lì. Del resto anche la pubblicità, bisogna saperla fare, no?

    Rispondi
  58. cocozza says

    giovedì 6 Marzo 2008 at 19:01

    Fiordisale mi piace tanto leggerti “si una tosta”
    ciao cocozza

    Rispondi
  59. fiordisale says

    venerdì 7 Marzo 2008 at 11:06

    cocozza anche a me piace leggere te, mia cara! baci

    Rispondi
  60. triensike says

    domenica 18 Maggio 2008 at 02:20

    Hello my friends :)
    ;)

    Rispondi
  61. ReneZPietz says

    sabato 1 Agosto 2015 at 06:10

    My family always say that I am killing my time here at net,
    however I know I am getting familiarity all the time by reading such nice
    content.

    Rispondi

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