In realtà col termine psichedelico non intendo gli allegri fasci luminosi colorati, lampeggianti e in movimento che in genere, nelle discoteche (o sale delle feste), sono collegati con un impianto sonoro in accompagnamento visivo al ritmo della musica per avere un effetto globale colorato, vivace ed eccitante. Nonono intendo proprio una dilatazione della coscienza generalizzata. Intendo manifestare una concreta preoccupazione alla crescente disinibizione comportamentale, perlopiù in campo politico, che fa pure sospettare delle allucinazioni, avete presente, si, il concetto di farmaci psichedelici? Ecco quella roba li.
Perchè il primo pensiero che mi ha attraversato la mente, giorni fa, leggendo il blog di Marco Preve, è stato appunto di allucinazione. Perché in tutta sincerità non riesco a trovare nessun altro tipo di motivazione per giustificare quello che sta succedendo in Liguria, o meglio, in pezzi di Liguria, ma probabilmente non è molto diverso a molti altre località.
Ad esempio sto tentando di capire in quali valori etici si riconosce il segretario provinciale imperiese della Filcem Cgil Sandro Giacobbe, che si è candidato alle Amministrative (comunali) di Dolceacqua con una lista di destra, o che comunque si riconosce nella politica di Berlusconi. Dico davvero eh, per quanto mi sforzi non riesco a capire. La mia non è polemica allo stato puro, a che servirebbe? Avrei bisogno di capire come una persona che dovrebbe rappresentare la tutela dei lavoratori rispetto al padronato, possa stare con una scarpa di qua e una di là e vivere sereno, senza che questa evidente bestemmia sociale riesca a turbare i suoi sonni notturni.
Non ce l’ho per partito preso col signor Giacobbe, sia ben chiaro, perchè in realtà lui ha semplicemente fatto un passetto in più rispetto ad un costume che si è ampliamente diffuso negli ultimi anni. Che poi nel suo intimo trovi una qualche coerenza tra lo stare nello stesso schieramento di Sacconi e la difesa dei lavoratori che Sacconi sbatte alla mercé dei padroncini, questo è un altro fatto. Certo, fossi stata io, per fare il volo della quaglia, PRIMA avrei correttamente dato le dimissioni da segretario dei lavoratori. Perchè i due ruoli sono un tantinello in contrasto tra loro. Ve l’immaginate se il suo ruolo sindacale lo svolgesse a Cagliari? É a dir poco raccapricciate immaginarlo far campagna elettorale in qualche piazza cagliaritana per poi precipitarsi alla Saras di questi giorni per tentare di placare gli animi. Il modus operandi di transumanza perenne politico-sindacale è sempre esistita, anzi no, in realtà era più evidente in campo politico, nel sindacato si esercitava molto meno, non foss’altro che per la noia di dover disdire una tessera e prenderne un’altra. É un sacco di tempo che nel mondo salariato c’è il sottofondo provocato dalla transumanza di esponenti dell’estrema sinistra verso l’UGL . Per chi non lo sapesse l’UGL è la versione modernizzata della CISNAL, che a sua volta, negli anni 50, si staccò dalla CGIL perchè i suoi aderenti si riconoscevano in valori più vicini alla destra. Nulla di che, intendiamoci, un sindacato è un sindacato, e chiunque ha il sacrosanto diritto di essere tutelato, non è questo il punto. Quello che mi fa pensare è come un moderno rifondarolo, magari pure un po’ estremista, riesca a far quadrare i suoi valori sia in cabina elettorale che durante le riunioni sindacali. Non foss’altro che per il fatto che questi sono diametralmente opposti. A me pare soltanto un gran marmaglio politico-sindacale. Se ci fosse Di Vittorio sarebbe passato a distribuire un po’ di calci-in-culo a destra e a manca. Senza favoritismi. E un po’, lo ammetto, lo rimpiango.
Una considerazione a margine, in un paese normale se la gente avesse letto un solo atto, o articolo, inerente il pensiero di Di Vittorio, probabilmente ste cose non succederebbero. E sicuramente uno a cui mancano i fondamenti culturali della CGIL non avrebbe mai avuto accesso al ruolo di segretario.
Qualcuno che ci chiappa potrebbe spiegarmi questa cosa?
[ringrazio la federbraccianti per la bellissima foto di Di Vittorio al Palazzo della Ragione di Mantova nel 1949 e nella seconda foto c’è la locandina della fiction che raiuno ha dedicato a Di Vittorio]
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