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Schiamazzi grafomani attorno ai fornelli

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Può darsi ch’io non sappia cosa dico… ovvero colazioni dell’altro mondo.

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Belli vero? Bè si, stavolta mi è andata di lusso, dai. Dico così perché prossimamente vi farò vedere un altro esperimento, diciamo, non così bello, ma questa è un’altra storia, avremo tempo :-)
Questa ricetta è di Michel Roux, il suo libro, secondo me, è uno dei meglio riusciti in materia di impasti et affini, tra le sue pagine ci si perde tra frolle e sfoglie, ad esempio ho imparato che ci sono un’infinità di variazioni sul tema. Che poi uno fa presto a dire sfoglia e frolla!

Ma proprio prendendo spunto da questa ricetta vorrei mettere in evidenza un altro argomento, che poi, ad essere sincera è il vero motivo per cui posto questi croissant, nonostante la rete sia già affollata di robe similari. É che vorrei raccontare una questione che comincia a disturbarmi, per farlo devo partire da lontano ma cercherò di farla breve, vabbè oramai lo sapete che non ho il dono della sintesi :-)))
Qualche anno fa, frequentando Milano in ore antelucane (vabbè non proprio, insomma si fa per dire) presi il giro di fare colazione in centro, prima di entrare in ufficio e finquà tutto sarebbe nella normalità, sennonchè proprio grazie (o a causa) di questa abitudine ho scoperto un mondo fino a quel momento sconosciuto (e, ovviamente, parlo per me).

Forse qualcuno non ci crederà ma non sono riuscita da subito a capire cosa avessero le brioche e i croissant che non mi tornava, ci ho impiegato un po’ di giorni perché tutti i campanelli d’allarme dentro di me si attivassero. Il gusto era strano, ma non cattivo, ma lì per lì avevo pensato che fosse colpa mia, di essere troppo addormentata, visto che arrivavo tutte le mattine partendo da Genova all’alba, per rendermi conto.
Ammettiamo pure che all’epoca non avevo ancora sviluppato un senso critico così analitico come oggi, così non focalizzai immediatamente cos’era a disturbarmi. Qualcosa, di sicuro c’era, ma non avrei saputo spiegare cos’era.
Il fatto è che ci impiegavo ore a digerire la colazione e questa era obiettivamente una cosa strana, a cui non ero preparata, visto che ero abituata ai miei panettieri che sfornano brioche-focacce&C tutti i giorni, incluse le domeniche.
Il sospetto cominciò ad insinuarsi a poco a poco, dovevo e volevo venire a capo del mistero del croissant indigesto, anche perché, ovviamente la questione non era una regola ferrea, difatti di tanto in tanto incappavo in qualche raro esemplare di bar che aveva pasticceria fresca di forno.
Ed è stato così, proprio per caso che ho scoperto che molti (troppi) bar nel cuore di Milano, servivano i normali oggetti di culto colazionamentoso surgelati, il tutto, ovviamente, senza che ci fosse una riga che illustrasse la questione agli occasionali clienti.
La cosa ovviamente mi sconvolse e la presi malissimo, una specie di offesa per attentato alla patria colazione. La presi così male che cominciai una specie di peregrinaggio cambiando bar ogni mattina, per fare (mentalmente) una specie di itinerario della vergogna. Devo dire che per me la colazione è sacra, chi me la rovina mi ha rovinato la giornata. La cosa che proprio non riuscivo a capire era come gli indigeni accettassero quello stato delle cose: una  pessima qualità di merce (perlomeno dal mio punto di vista) a prezzi diciamo tutt’altro che a buon mercato. In pratica (i bottegai locali) avevano inventato un prodotto che con, più o meno, la qualità industriale ma che riusciva a tenere il prezzo alto, come se fosse artigianale.
Perché tutto questo discorso? Apparte il fatto che se ho occasione di andare a Milano di prima mattina, ci vado colazionata o mi porto appresso un pezzo di focaccia pur di non correre il rischio di spendere soldi per rimanere delusa, se temo di non ricordare quali sono i bar “buoni”, ma il fatto è che qualche giorno fa sono entrata a far colazione in un bar un po’ decentrato di Genova, ed immediatamente ho sentito lo stesso odore di quei famosi bar milanesi, e sono stata proiettata in un istante in un periodo della mia vita che quasi non ricordavo più, ho osservato la teca con le brioche, i croissant, le sfogliatelle e tutte quelle robe lì, c’era anche il foglietto, obbligatorio per legge, credo, che riportava dettagliatamente (si fa per dire) i vari ingredienti usati. É stato un attimo, mi sono voltata verso il barista ed ho chiesto, indicando una qualunque di quelle (finte) bontà, “sono surgelate?” “SI”.
Mi ha risposto così, come se fosse la cosa più naturale del mondo, senza ombra di vergogna. Lo avrei sbranato sul posto, se non fosse il fatto che non amo colazionarmi con carne cruda di primo mattino.
Quindi, ne ho dedotto, senza manco troppa fantasia, che questa schifosissima abitudine di rovinarmi la colazione è arrivata fino a qua, nella patria della focaccia. Una bestemmia in termini.
Ma in quante altre città c’è questa barbarie? Quanti di voi, entrando al mattino nei bar, vengono colpiti alla gola da quell’odore? Quanti pagano uno sproposito per robe surgelate? Vi prego, anche chi non commenta mai, stavolta fate uno sforzo e fatemi sapere come stanno le cose lungo la penisola. Ma davvero stanno come le ho (negativamente) immaginate? Milano, e cito solo lei perché a me capitò solo lì, è migliorata nel tempo o c’è sempre la brioscia mezza precotta e surgelata come nei sottopassi del metrò?
La cosa strana è che anche a me capita di surgelare croissant, muffin e robe lievitate in genere, specie se sono sola e ne vengono tante, ma non ho mai avuto problemi, tanto meno di digestione e, cosa importante, non hanno quel gusto e quell’odore strano. É un vero mistero.
A suo tempo, nella mia piccola indagine milanese, avevo parlato anche con una panettiera (mi si disse che era pure famosa, mah). La signora, molto cortesemente, mi confermò i surgelamenti coatti delle povere brioche e giustificò l’usanza con il clima milanese che obbligava al surgelamento,  farneticò di lievitazioni e quant’altro. All’epoca non è che m’interessasse il campionario di scuse, ero rigidamente offesa sulla questione (più di adesso intendo) bah. Comunque non è che la signora mi convinse sto granchè e comunque posso giurare sui figli del signor B. che Genova a maggio è diversa da Milano in autunno, chiedete pure qualunque prova e ve la pubblico all’istante. Quindi il mio caro barista genovese non può sfruttare gli alibi di altri, semmai che se ne scelga nuovi di zecca. Ah per la cronaca era un bar bellissimo e nuovissimo, tutto marmo e facciata. Sono uscita (ovviamente) senza consumare nulla e sono entrata dal concorrente a pochi metri: un baretto scalcagnato con le merci quasi accatastate le une alle altre, tanto si era in spazi ristretti, però i croissant erano una delizia appena recapitati dalla panetteria :-P
Perfavore consolatemi, ditemi che mi sono sbagliata e che ho solo avuto sfiga beccando i bar sbagliati ma che le abitudini in giro sono diverse.

Pasta croissant di Michel Roux

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Ingredienti
25 g lievito di birra
250 ml di latte intero
500 g. di farina
12 g. di sale
50 g. di zucchero
275 g. di burro freddo (ma non duro)
1 tuorlo sbattuto con un cucchiaio di latte

Come oramai si saprà fare i croissant non è complicato, ci vuole solo un po’ di tempo e pazienza per le lievitazioni.
Per prima cosa sciogliere il lievito nel latte tiepido.
Mettere la farina, il sale e lo zucchero nel robot col gancio da impasto, ed attivarlo a velocità bassa. Aggiungere il latte con il lievito, poco alla volta e smettere di lavorare quando l’impasto si stacca dalle pareti della ciotola.
Coprire la ciotola con la pellicola e lasciare lievitare in un posto senza correnti finché l’impasto non sarà raddoppiato. Con questo caldo dovrebbero bastare tre quarti d’ora o un’ora. Impastare di nuovo, rigirando per bene la pasta con la mano per alleggerirla ma senza stressarla. Coprire di nuovo e mettere in frigo per 4 ore (ricordare che qualunque cosa accada non si devono superare le 8 ore). Lavorare ancora la pasta nella ciotola e trasferirla sulla spianatoia infarinata.
lavorare l’impasto per formare una palla, inciderla con una croce al centro, andando giù un pochino con il coltello, ed allargare quanto basta per creare le 4 alette. Schiacciare il burro con il mattarello e metterlo al centro dell’impasto ripiegandoci sopra le alette.
Da questo momento cominciano i famosi giri. Si lo so avrei dovuto far le foto ma di sera non erano un granché.

primo giro infarinare il piano, stendere la pasta in un rettangolo e ripiegarlo in 3, come si fa con gli strofinacci, il centro sta fermo e si sovrappongono le due parti laterali. Mettere in frigo avvolto nella pellicola per mezz’ora e lasciare riposare.
secondo giro ruotare la pasta di 90 gradi, stenderla in un rettangolo e ripiegarla di nuovo in tre. Avvolgerla di nuovo nella pellicola e lasciare riposare un’altra mezz’ora
terzo e ultimo giro. Stendere la pasta in un rettangolo avendolo ruotato nella direzione opposta al giro precedente e ripiegare di nuovo. Avvolgerla nella pellicola e lasciare riposare mezz’ora per l’ultima volta.
Per aiutarsi a tagliare i triangolini, tagliare una sagoma triangolare con un cartoncino, l’ideale è di 9 cm per 18 cm di altezza. Infarinare di nuovo il piano di lavoro e stendere la pasta in un rettangolo di 60×40 cm, con uno spessore di 3 mm. Sollevare leggermente la pasta dal piano ed arearla come fosse un lenzuolino, sbattendola un po’ e facendo attenzione perché non si crepi.
Rifilare i 4 lati del rettangolo e tagliarla a metà per il verso lungo, così si otterranno 2 strisce uguali. Aiutandosi con la sagoma triangolare tagliare tanti triangolini. Stendere un triangolino alla volta, con la punta verso l’esterno. Con un coltello fare un’incisione di 1 cm di profondità a metà base, tirare leggermente i 2 angoli della base e poi la punta. Arrotolare partendo dalla base. Se si volessero ripieni questo sarebbe il momento di aggiungere marmellata, miele, o altro. Mettere il triangolino arrotolato nella teglia, o sulla placca ricoperta da carta forno, piegando le punte verso l’interno come fosse una mezzaluna. Procedere nello stesso modo anche con gli altri croissant, fino all’ultimo. Spennellare leggermente con il tuorlo e il latte sbattuti, dall’interno verso l’esterno.
Mettere la teglia in un posto caldo e lasciare lievitare per 2 ore, fino a quando il volume non sarà raddoppiato.
Quando saranno quasi pronti, scaldare i forno a 170°C (senza ventilazione). Spennellare ancora i croissant con uovo e latte e infornare per 12-14 minuti.

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Comments

  1. Annies! says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 09:50

    Purtroppo per gli avventori dei bar, ahimè (io amo colazionare a casa) mi sembra che la percentuale che vende brioches e simili surgelate sia ben più alta di quanto si creda, basta guardare al mattino le scatole di cartone accatastate fuori e le etichette di cui racconti tu. E parlo di bar in pieno centro storico di Genova, a due passi da favolose pasticcerie, non nella giungla!! La soluzione è forse premunirsi di focaccia del panettiere o, a voler strafare, far colazione direttamente in pasticceria…io voto Tagliafico :))

    Rispondi
    • fiordisale says

      venerdì 29 Maggio 2009 at 10:18

      Annies io voto Mangini forever! ha delle brioche che mi fanno impazzire. In centro storico, centro storico ci mangio solo la focaccia, nisba croissant, quindi non me ne sono mai accorta. Ma sta cosa mi da fastidio mica poco. Ma ancora di più mi da fastidio che la gente supinamente accetti di pagare degli spropositi per della roba che davvero non merita. come si fa a rovinarsi la colazione così. Già che io sono nervosa di natura, una roba del genere mi rende nevrotica.

      Rispondi
  2. Fabien says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 09:52

    È vero che ci vuole tempo e pazienza, ma che gratificazione quando alla fine dai il primo morso!!!
    Sono passati più di due anni da quando ho provato a farli (sia salati che dolci, http://bit.ly/x5z8q): forse è il caso di riprovare adesso con la tua ricetta… :)

    Rispondi
    • fiordisale says

      venerdì 29 Maggio 2009 at 10:13

      Fabien i tuoi, in versione salata sono un godimento secondo me. mmmm fammici pensare un po’ su come organizzarmi :-)

      Rispondi
  3. Cla says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 09:58

    700°C?
    non ci credo :)
    quanto ai bar, faccio colazione a casa, non so aiutarti purtroppo però quell’ordore (credo sia lo stesso) mi è capitato di sentirlo alcune volte in qualche bar dove prendo un caffè al volo.
    Ho una confezione scaduta di corbnetti surgelati in freezer…vorrà dire qualcosa? ahahahah
    i tuoi sono cornetti favoli e mi sembra quasi di sentire il profumo e…non ho ancora fatto colazione ;)
    ****
    ‘giornoooo!

    Rispondi
    • fiordisale says

      venerdì 29 Maggio 2009 at 10:12

      Cla 700? ossignur, no, è 170! maledetta fretta grazie di avermi avvisata! Bè si in effetti tra cadaverina e similari pure io faccio colazione a casa, tranne quando devo uscire presto-presto-presto. In quel caso mi affido alla speranza!

      Rispondi
  4. stelladisale says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 10:16

    che ricordi! anni ’80, puzza, aria sporca, rumore, gente nevrotica, briosce schifose, già allora, figurati adesso…

    Rispondi
    • fiordisale says

      venerdì 29 Maggio 2009 at 10:34

      stella ma com’è possibile che la gente affolli locali che servono porcherie? Com’è possibile che sti locali si arricchiscano smerciando per roba buona delle porcate? Ma allora è vero che la gente è di bocca buona e si accontenta del locale figo!

      Rispondi
      • fiordisale says

        venerdì 29 Maggio 2009 at 10:43

        A TUTTI
        Sarò online fino a circa le 14,00 poi sarò senza rete per il resto del pomeriggio (che detta così… ) e stasera andrò al cine a vedere quel film che non vedo l’ora, sono in fibrillazione da settimane…se solo poteste vedermi, sono agitata come se mi preparassi ad un primo appuntamento amoroso! :-))))
        Perciò (dopo le 2) non potrò rispondere con solerzia ai vostri commenti. Ma voi lasciateli, perché appena rientro li leggerò e risponderò a tutti. Vorrei farmi un quadro di come colazionarmi in giro per lo stivale e chi meglio di voi, golosi lettori, può aiutarmi a farmi il quadro?

        Rispondi
  5. Giò says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 11:11

    questo libro ce l’ho da poco ma le brioche sono subito balzate all’occhio! la tua è meravigliosa.
    per il discorso croissant al bar non posso dire di essere esperta perchè a colazione non mangio, però ti potrei fornire un elenco di bar di Piacenza dove fanno il caffè buono. quando decido di darmi al croissant vado nei soliti due o tre bar o direttamente in un bar pasticceria vicino a casa dove so con certezza che sono artigianali e fresche..e si sente!penso comunque che sia abbastanza diffusa anche qui la pratica del surgelamento con prodotti di dubbia qualità! d’ora in poi quando andrò a bere il caffè chiederò la provenienza delle brioches!
    ps. accidenti, io per il film devo aspettare…sono solo a pagina 44..ma oggi pom sono a casa e stranamente non ho appuntamenti di lavoro……buon weekend cara

    Rispondi
    • fiordisale says

      venerdì 29 Maggio 2009 at 12:04

      Giò oltre alle brioche hai visto la varietà spaziale di Pie? e tutti gli impasti simil frolla? questo libro è uno di quelli che consumerò parecchio, missà, è fatto troppo bene!
      vabbene allora poi aspetto gli indirizzi dei bar golosi, così non correrò rischi dalle tue parti.

      Secondo me non ci impiegherai tanto a finirlo. Non è un libro, è una droga:-)))

      Rispondi
  6. stelladisale says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 11:49

    gì, la gente mangia porcherie ogni giorno, ha il gusto rovinato e non sa riconoscere le cose genuine, e sta cosa mi mette una tristezza! cioè non solo ci siam bevuti il cervello, pure il gusto stiamo perdendo! la maggior parte perlomeno…

    Rispondi
    • fiordisale says

      venerdì 29 Maggio 2009 at 12:15

      stella vedi a me starebbe pure bene. Se non fossero quei 2-3 dettagli a rendermi leggermente irritata.
      Ad esempio non ho capito perché in bella vista, nella teca, delle brioche non ci sta un bel catrtello con la scritta “merce decongelata” e non capisco nemmeno il motivo per cui i bottegai che fanno il loro lavoro onestamente accettino che gli altri vendano le robacce al prezzo di robe buone. Come pure non mi spiego ‘ndo stanno gli snob del gusto. Insomma ci sta un vero esercito di gourmet, pasticceri, giornalisti, amanti del genere, e chi più ne ha più ne metta, sarà capitato anche a loro no, di entrare in un bar con la brioscia taroccata? Ma ‘ndo sta striscia la notizia che tritura tanto su cose non vere e opportunisticamente dribbla le altre?
      Perché comunque per denunciare robe strane o losche o stranezze negli interessi economici delle lobbies (o micro lobbies) non ci vuole il Gabibbo, che serve solo a far scena e share, ma gente con le palle come la Gabbianelli

      Rispondi
  7. castagna says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 12:10

    Ciao! Avevo visto anch’io questo libro alla Feltrinelli…
    Sul croissant congelato, si…è una prassi comune della maggioranza dei bar (purtroppo). Siccome è una cosa che odio (se volessi mangiarne uno congelato me lo andrei a comprare al supermercato!!) quando devo far colazione fuori vado rigorosamente in quei bar (pochi) che se li fanno arrivare dalle panetterie o nelle pasticcerie che li fanno direttamente.
    Il gusto è totalemnte diverso.
    Io sono contraria ai croissant degli Autogrill, ci sono volte in cui piuttosto che mangiare quelli non faccio colazione. Al di là dell’indigesto, per me la colazione fuori casa è quasi un rito…il rito della domenica,di quando ho tempo e un croissant congelato me la rovina completamente- COMPLETAMENTE.
    Pensavo di essere l’unica pignola su questo fatto….ci 6 anche tu!! :-))
    Quando vedo tutti gli altri che si abbuffano con quei cornetti surgelati….mi dispiace un po’ per loro…ma lo sanno cosa mangiano??
    Io ho i miei posti e me li tengo stretti….sono così rari da trovare!!!
    Ciao,
    castagna

    PS ma in definitiva questa sfoglia di Michel Roux com’è???? :-)))

    Rispondi
    • fiordisale says

      venerdì 29 Maggio 2009 at 13:12

      castagna il croissant di Michel è fa-vo-lo-so! Però, complice un sabato da prigioniera tra le mura domestiche, secondo me mi è venuto meglio del solito per puro caso. In precedenza avevo provato altre ricetta dalla rete. Questo, al momento, è il miglior libro di Roux. Bello completo e da usare proprio come manuale: poche chiacchiere e tanti modi di trattare i diversi impasti. Se pensi a quanto tempo ci ho messo per parlarne! Tutto tempo impiegato per fare mille e mille prove (tutte golose, s’intende :-))
      Sugli Autogrill, ne ho parlato qua, quello dopo Millesimo (della TAMOIL, mi pare) ecco lì, mi ci fermo volentieri. Su tutti gli altri, manco morta. Ho frequentato per un po’ un AD del settore e me ne ha raccontate di cotte e di crude. Roba da preferire la fame.
      Siamo perfettamente in sintonia, in questa cosa devo essere rimasta completamente legata all’infanzia, chi mi rovina la colazione con me ha chiuso. Tollero le cene cosìcosì e i pranzi mediocri (li tollero, non li apprezzo) ma la colazione no. É IL rito per eccellenza. Sarebbe curioso capire cosa spinge la gente a mangiare quelli surgelati.

      Rispondi
  8. atruf76 says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 12:14

    vai a vedere IL film..ma tu guarda rischiavamo di beccarci…noi ci si va mercoledì…solo donne naturalmente! siamo andate anche a stoccolma quest’inverno! va bhè buoni questi…ma che fame! ciao ciao

    Rispondi
  9. CorradoT says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 12:40

    Da partecipante silente passo oggi a commentatore: ho un cognato pasticcere, ma di quelli bravi, artigiani, con la fila fuori del negozio (non esagero). Ora purtroppo si e’ ritirato.
    Parlando dei suoi colleghi pasticceri, in particolare di quelli che riforniscono i bar, mi diceva che mediamente usano 1 uovo ogni 17-18 croissant. Quelli che usano le uova, beninteso, gli altri usano polvere di tuorlo. Il burro lo usano in pochi, gli altri usano margarina autoprodotta, frullando a lungo acqua e delle sostanze in bustina non meglio identificate. Il cognato, che non ha mai avuto problemi a criticare apertamente i suoi colleghi, mi diceva che il croissant deve sciogliersi in bocca e che la crema quando usata deve essere fluida e non troppo dolce, perche’ il troppo dolcificante viene usato per coprire altre magagne.
    Lui ha detto, in conclusione: una volta inghiottita la vera pasticceria fresca NON fa tornare in bocca sapori di alcun genere, e si riconosce da questo.

    Rispondi
    • fiordisale says

      venerdì 29 Maggio 2009 at 13:34

      CorradoT oh benvenutissimo e grazie di aver raccolto la mia supplica.
      Tuo cognato ha ragione, dovrebbe riflettere se mettere su una scuola da croissant. Io parteciperei senz’altro. Li amo, è la mia colazione per eccellenza. Condivido ogni tua singola affermazione. Il croissant non deve essere dolce, perchè la bontà sta nella pasta, sta nella sua leggerezza.

      C’è un bel panificio dietro a FNAC (non ricordo nè la via nè il nome, sorry) che mi parlò di polverine strane e altri ammenicoli usati da panettieri dell’ultim’ora (li ha definiti così) pensa che in questo posto addirittura mostrano che olio di oliva usano nel loro impasti e tutte le certificazioni sono in bella vista.

      Quindi se uno così si comporta così bene ed è così onesto e (mi dice) viene controllato spesso dai nas, com’è possibile che gli altri riescano a fare quello che gli pare?

      Approfitto di te i prossimi giorni, posso? Ho un dubbio atroce ed ho fatto un esperimento che missà dovrò ripetere… in italiano si direbbe ho fatto un macello (con più tempo ti racconterò, fa persino ridere)

      Rispondi
  10. Eli says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 13:02

    Mangini? mmm… troppo burro! No?
    Io da golosissimissima di cornetti adoro quelli del Moody, che poi sono quelli della Pasticceria svizzera. OUT quelli della Jacona, sembrano panini dolci! eh già, vita dura x noi golosi…

    Penso però che i cornetti surgelati siano qui a Genova la regola: bar molto famosi (in centro, non faccio nomi…) li tengono e senza alcun ritegno… sissi, mi sa che le strane siamo noi!!!

    Rispondi
    • fiordisale says

      venerdì 29 Maggio 2009 at 13:26

      Eli ma io amo il burro! Eppoi, boh, non mi pare che trasudino di burro! quelli di tagliafico che diceva Annies sono una bontà e credo pure Mantero in via Cantore le fa di tutto rispetto, la pasticceria svizzera di albaro è il mio fornitore di cioccolaterie :-) e al moody spesso ci faccio il drunch da shopping (‘mmazza praticamente adesso sai tutto di me!)

      Ennò dai fa i nomi, tanto sei anonima, è giusto che uno che viene qua abbia un’idea dei posti da evitare (perlomeno su determinati alimenti)

      Comunque no, di, non dirmi che sono la regola, perchè è una cosa che mi fa davvero patire… ed io non me ne sono mi accorta

      Rispondi
  11. Eli says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 13:06

    PS: non ho mica capito come metti il burro nell’impasto!!!

    Rispondi
    • fiordisale says

      venerdì 29 Maggio 2009 at 13:19

      Eli mmm hai presente una palla? prova a farci una croce al centro, coraggio avrai un foglio davanti no? provaci. per far la croce usa il taglierino (in questo caso!!!) a questo punto hai 4 alette (svolazzanti perchè stai usando la carta) prova a metterle in fuori stendendole un pochino. Metti al centro il burro appiattito e poi richiudi le alette.

      ora ci sei?

      Rispondi
  12. enza says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 14:06

    mi tocca? si mi tocca rifarli…tanto ormai con i giri vado a occhio.
    ;) brava queste foto invogliano e non poco.
    quanto ai croissant ancora uno che li faccia decenti non l’ho trovato nemmanco a roma.

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 21:23

      enza obbè proprio tu non dovresti dirlo, visto le delizie che sforni! I tuoi li avevo visti e mi avevano invogliato non poco. Roma, già Roma. Ecco anche lì ho avuto esperienze contrastanti. Ho trovato un bar storico (ho trovato… no bè in realtà mi ci hanno portato) nel senso di antico proprio, stava vicino a Montecitorio, e li mi sono trovata molto bene. Per il resto non ho ricordi di colazioni piacevoli, però mettici pure che in genere ci arrivo attorno alle 10 e quindi non è già più orario.

      Rispondi
  13. daria says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 14:44

    Buongiorno…o forse dovrei dire buonasera…vista l’ora…premetto che Roux a mio modestissimo avviso è un mostro: un mito.
    Ho “uova” e giuro che è semplicemente sensazionale, poi dalle foto come tipo lui mi sembra di una simpatia e di un’umiltà incredibili…
    Quello che hai tu mi manca ma arriverà a breve…non posso più aspettare è evidente: quando mai dei cornetti fatti in casa son venuti spettacolari come i tuoi!?
    Quindi complimenti, anche per la foto…che rende benissimo…manca solo di sentirne il profumo ed assaporarne bontà e fragranza!
    Tornando a bomba: sì, qnche a Roma lo fanno…aihmé…si sente comunque, hai pienamente ragione nel dire che i surgelati hanno un sapore ed una consistenza completamente diversi da quelli freschi…senza considerare l’odore…e poi concordo con te anche riguardo alla digeribilità…per carità…vengono su dei rinfacci di arancio rancido…non so se mi spiego…terribile…e poi sì: oh la colazione è sacra, non dateci ‘sta robaccia visto che per far colazione al bar occorre spaccare il dindarolo e che cavolo!
    Il segreto l’hai svelato comunque: far colazione a casa è l’inizio migliore…

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 21:42

      daria ho la tua stessa sensazione di Michel, per me è una specie di addetto ai lavori che dal punto di vista comunicativo e professionale si comporta in modo diverso. Nel primo caso si comporta come se fosse alle prime armi , ovvero molto disponibile, molto terraterra. Se ci fai caso le sue preparazioni hanno delle spiegazioni sempre molto ben fatte. Invece dal punto di vista professionale… bè lì si vede che è un grande!
      Tornando a bomba: hai reso perfettamente l’idea della digestione di sta robaccia. Però a parte tutto, se sta gente continua a venderla e a farci soldi, a qualcuno la venderà, no? E sta gente lo sa che potrebbe ingerire robe che a lungo andare potrebbe provocare allergie, o altre malattie non sempre curabili?
      Perchè se ste cose ci sono qualcosa le scatenerà no? Come fare per divulgare una maggiore coscienza? mah

      Rispondi
  14. Dada says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 15:03

    Intanto complimenti per questo risultato spettacolare! Per quanto riguarda i croissants, mi hai fatto sbellicare (anche se c’è poco da ridere) e ti ho letta tutto di un fiato. Anch’io penso che non sia dovuto tanto al surgelamento quanto agli ingredienti e secondo me anche al fatto che non sono lievitati bene. Hai mai notato che a volte il cuore è crudo e compatto (è capitato solo a me?).
    Adoro i tuoi titoli e i tuoi post, mi divertono sempre. Buon film!

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 21:51

      Dada ti assicuro che non sempre mi va così bene, stavolta diciamo che sono rimasta soddisfatta :-)
      Sai che invece io avrei detto che dipende dal fatto che la surgelazione semi-industriale avviene a metà lievitazione (e perciò a metà cottura, dopo lo scongelamento si completa il tutto. Invece quelli che congelo io hanno finito il tempo della lievitazione ed hanno avuto una regolare cottura. La differenza credo sia nei tempi di conservazione i miei hanno tempi ridotti (per uso casalingo, appunto) invece quelli industriali chissà che tempistiche hanno (e soprattutto che bizzarra catena del freddo). Il cuore crudo che indichi, in realtà è crudo perchè non ce l’ha fatta a completare la lievitazione. No non è capitato solo a te. La prima volta ero timida e cretina e l’ho pagato, pur buttandolo via davanti agli occhi indifferenti del gestore, le altre volte l’ho sbattuta sul banco ed ho protestato perchè non era indicata la provenienza del freezer e mi sono rifiutata di pagare. Andassero a quel paese, andassero

      Rispondi
  15. Dada says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 15:05

    Scusa comincio a perdere i colpi (è il fine settimana), volevo dire, com’era il film? Sono curiosa!

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 21:52

      Dada assì il film… bè non posso condensare in poche righe, lo sai che sono logorroica, no?! ;-)

      Rispondi
  16. Saretta says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 15:49

    Gì è la pura verità…Io non frequento i bar a colazione ma so che vendono tutta roba industriale congelata, facendola pagare oro.Se invece si va dal mio zietto a Bs vedi che da lui le brioches hanno tutta un’altra faccia;)
    Buon film, attendo racconti!
    Bacioni
    PS:la cosa + assurda è che la gente paga per ingerire schifezze…

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 21:56

      Saretta mi ci porti dal tuo zietto a BS? Oramai questa è la mia nuova sfida: fare una mappa dei bar et affini dove vale la pena fermarsi. Il film? Quale film???
      ;-)

      Rispondi
  17. fra says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 16:25

    Qui a bologna ci sono ancora molti bar dove puoi trovare le paste buone, ma il mio consiglio è quello di andare nei bar-pasticceria, lì la qualità è quasi garantita
    I tuoi croissant sono qualcosa di assolutamente idilliaco!
    Un bacione
    fra

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 21:59

      fra ma i bar pasticceria, nelle città, non sono solo nei centri storici? Nei piccoli centri non c’è questo distinguo, c’è una sala da te (si chiamano così come una volta:-)) dicevo a Chiavari c’è questo posto che è anche una pasticceria ed è la mia tappa fissa del levante, anche dovessi trovare coda ed arrivare tardi, io mi fermo lì, il profumo si sente dalla strada.

      Rispondi
  18. Zio giò says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 19:36

    Non credo NELLA MANIERA PIU’ ASSOLUTA che quel croissant delle foto l’hai fatto te! Impossibile!
    L’hai preso bell’è fatto dalla pasticceria! E’ troppo perfetto…Non ci credo…Manco se mi mandi la foto con te che lo fai…No, no, no.
    Ma poi cos’è che vedi al cine? Un film di uno che si chiama Oplev?! Non può essere bello, in partenza…

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 22:00

      giò non so se sei più arrabbiato perchè me li sono mangiati da sola e perchè non ti ho portato al cinema. Eddai su confessa

      Rispondi
  19. antonietta says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 22:18

    buonaaaaaaaaa

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 22:01

      antonietta ma graSSSie :-)))

      Rispondi
  20. Cobrizoperla says

    venerdì 29 Maggio 2009 at 23:43

    ma del pane che si trova spesso in giro che diciamo? sono appena tornata da una vacanza in cui sono rimasta sconvolta da come e quanto la gente mangiava! bambini attaccati all’aranciata e ai dolci dalla mattina alla sera e adulti che fagocitavano cibo di ogni sorta a tutte le ore. più del 50% era in sovrappeso.
    molta gente si lamentava della qualità ma ugualmente si riempiva i piatti quasi per paura di soffrir la fame.
    adoro il momento dei pasti e come te non sopporto chi me lo rovina. questo clima mi dava il voltastomaco!
    è vero, nessuno si accorge più di nulla. la maggior parte della gente è narcotizzata. per ricongiungermi a quello che diceva stelladisale, credo che sia proprio a causa di un certo tipo di cibo che ci sian bevuti il cervello!
    l’educazione al gusto andrebbe insegnata nelle scuole mentre io noto che al’asilo di mio figlio le maestre distribuiscono caramelle per incentivarli a riordinare. ma sono animali da addestrare o bambini?

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 22:20

      Cobrizoperla OHHHHHH ma che soddisfazione di essere riuscita ad aprire sto vaso di Pandora. Perchè, diciamocelo, non è hanno dimezzato la qualità e ci fanno pagare meno, nonono il prezzo è aumentato eccome. Pane che fa schifo ed ecco perchè ho cominciato a farmelo da me. Ho cominciato con la macchina del pane e poi piano piano ho imparato (bè non esageriamo, diciamo che sono in working :-))
      Per curiosità dove sei stata in vacanza? Quella sensazione io la provai una vita fa andando in Spagna e i bulimici erano in prevalenza tedeschi o giù di lì. Pensavo ingenuamente che noi italiani avessimo una maggiore cultura gastronomica, che vergogna! Sulle maestre che dire? Niente. Se non che stanno fallendo nella loro missione.

      Rispondi
  21. maia says

    sabato 30 Maggio 2009 at 15:06

    Che meraviglia i tuoi croissant, non mi sono ancora lanciata a fare croissant e affini … Provero’ con la tua ricetta!!!

    PS: io voto per i Croissant al cioccolato di Tagliafico.

    ciao

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 22:21

      maia al cioccolato? Accidenti quelli me li sono saltati. Missà che ci dovrò tornare! :-)))

      Rispondi
  22. charlotte71 says

    domenica 31 Maggio 2009 at 12:24

    Leggo da un annetto il tuo blog e, pur trovandolo delizioso, non ho mai commentato. Forse per pigrizia. Incoraggiata dall’invito esplicito, questa volta ho deciso di dare il mio contributo. Anche perché, negli ultimi 10 anni della mia vita, ho cambiato casa e città molte volte. Ho vissuto 7 anni a Roma, dove la situazione era (fino a 3 anni fa) a macchia di leopardo. Tanti bar con orribili cornetti surgelati, più o meno eleganti, pochi posticini dove trovare brioche deliziose. A Milano però, dove sono stata per 4 mesi a fine anni ’90, la situazione era decisamente più critica e i prezzi vistosamente più alti. Hai ragione tu. Nello stesso periodo, passato andando a zonzo per lo stivale, ricordo invece splendidi bar pasticceria a Pescara e delle belle colazioni fuori a Trento (complici gli influssi austriaci?), una città che all’epoca era ancora priva di Mac Donald e supermercati di grandi gruppi. Solo famiglie-cooperative locali. Pensa, trovare gli yogurt Yomo o Danone era impossibile, avevano solo merce locale. Non so però se le cose sono cambiate, negli ultimi tempi. Da tre anni infine sono tornata a vivere nella mia Calabria e mi dispiace confermare che i cornetti surgelati sono tanti anche quì, mentre raramente si trovano i cartelli che dicono come stanno realmente le cose. Anche per questo, quì da noi, spopolano pasticcerie e cornetterie. Chi vuole brioche fresche, va direttamente dal produttore, che è “attrezzato” a dovere anche di caffé e cappuccino. Questo a Cosenza, dove vivo, ma ancora di più a Reggio, dove dolci e granite sono davvero eccezionali. Tanto, almeno quì al sud, i prezzi sono abbastanza accettabili. La colazione in pasticceria, il più delle volte, non costa di più di quella al bar ed è sicuramente più golosa…

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 22:33

      charlotte71 non sai come ho apprezzato e gradito il tuo commento, sia perché abbiamo occasione di interfacciarci in (semi) diretta e anche perchè ho l’occasione di ringraziarti (per la costanza? per la pazienza? per tutto, diciamo :-))) Ti do il benvenuta in ritardo di un anno :-)
      Non vado in Calabria da anni e ogni volta mi dico che dovrei trovare il coraggio di tornare, ma poi il timore di essere sovrastata da un milione di emozioni a velocità accelerata mi fa slittare la partenza. Noi andavamo in vacanza in provincia di Catanzaro e di tutto il dattorno (fino a quando ho frequentato) saprei dirti ogni cosa. I panifici non erano panifici nel senso di bottega come li abbiamo qua, ma erano laboratori aperti al pubblico. A Botricello facevano delle paste e dei bignè buonissimi, a Reggio, vicino alla cattedrale, ci ho fatto il pranzo più buono della mia vita: un vassoio e mezzo pieno di paste, con granatina finale: un sogno. Ecco scoprire che qualcosa di così meraviglioso si è deteriorato va oltre la mia possibilità di accettazione. Male che va mi fermerò a Cosenza:-)
      Oppure mi trasferirò a Trento. Ha detto che non hanno manco lo Yomo? É il posto per me:-)

      Rispondi
  23. giulia says

    domenica 31 Maggio 2009 at 17:57

    qua a Forlì hanno la stessa brutta abitudine, ci si salva solo nei bar pasticceria o qualche raro posto dove ancora le acquistano dai pasticceri.
    triste eh! anche la piadina che da noi è un culto adesso la spacciano spesso industriale e decongelata…idem per il pane di panini farciti e simili

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 22:37

      giulia Visti i commenti adesso capisco perchè anche qua ho visto spuntare l’angolino bar in talune pasticcerie. Pensavo ad un tentativo di incrementare le vendite ma in realtà c’è dietro un disegno ben preciso.
      Certo che se ci impiego ore a digerire il croissant taroccato, figurati una piadina. Che poi… LA PIADINA!!! una vergogna. Sta gente non ha il diritto di arricchirsi.

      Rispondi
  24. Alessandra says

    domenica 31 Maggio 2009 at 19:44

    Per esperienza ormai evito qualsiasi bar “anonimo” per fare colazione (quando sono costretta a consumarla fuori…) e cerco di prediligere i caffè-pasticceria. A Milano purtroppo la situazione è abbastanza critica, forse le uniche garanzie in centro storico rimangono ancora Cova e Sant’Ambroeus… Davvero complimenti per il tuo blog, che ormai seguo quasi ogni giorno!

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 22:47

      Alessandra benvenuta a anche a te, mi fa molto piacere aver sentito tanti pareri. Perlomeno non mi sento più così isolata. Si perchè devi sapere che sopratutto quando lavoravo a Milano, ero l’unica che si lamentava. Ero l’unica che ha protestato e sono stata l’unica ad andare a caccia delle brioches migliori (che ci sono, eh, intendiamoci).
      Però tu se sei in un posto che non conosci come fai? Metti che domani faccia una gita a, chessò, Ferrara ed arrivi giusto all’ora della colazione, come faccio a capire in quali bar c’è il croissant indigesto e in quali è buono? Mica sempre potrò affidarmi all’olfatto missà. Nei ristoranti che usano pesce surgelato, lo indicano nei menù e qui perchè non lo indicano?

      Rispondi
  25. L'Albicocca says

    domenica 31 Maggio 2009 at 21:38

    Ciao fiordisale!!! Che belle le tue brioches… beh… purtroppo anche qui al sud, nella patria delle super mega-paste (quelle dolci) se ne trovano di surgelate e poi scaldate… ma io tracanno di tutto di primo mattino… soprattutto se sono uscita senza far colazione (cosa rarissima!!!)… Non vedo l’ora di avere una cucina tutta mia per provare queste tue delizie e proporle ai miei due cavalieri dell’apocalisse (continuano a dirmi che sono i miei figli… ma io a volte stento a credere di aver generato due robe così…)… Sai, il 29 aprile scorso abbiamo presentato domanda in comune per la casetta… hanno 60 gg per farci sapere e un mese e già passato (pare valga la legge del ‘silenzio assenzo’)… Il resto procede… il tempo dovrebbe mitigare emozioni e senzazioni… e temo anche i ricordi… per ora, invece, sento la mancanza aumentare ogni settimana di piu’… vorrei farle una telefonata… ma non c’è piu’…

    Rispondi
    • fiordisale says

      domenica 31 Maggio 2009 at 22:55

      Ciao Albicocca obbè allora trasferirsi al sud per recuperare una certa qualità della vita non è servito? Ma a Milano dicono che surgelano per umidità/lievitazioni e per una mole di consumo a cui non riescono a far fronte, e nel sud che scuse hanno trovato? In bocca al lupo e speriamo che il silenzio valga l’assenso, dai… Per il resto, solo coraggio, nessuno ti può capire meglio di me :-(

      un bacio grande ed un abbraccio a te e ai tuoi cavalieri dell’apocalisse.

      Rispondi
  26. cinzia says

    lunedì 1 Giugno 2009 at 10:02

    Oh, cara Gì, è pieno di bar e alberghi che adottano questo sistema, è veloce a autodidatta…hihihi…
    Comunque non credo che l’odore e l’indigesto dipenda solo dal surgelamento, se fatto bene, come tu stessa hai provato, non da problemi. Il fatto è che dentro ci mettono dentyro sempre grassi strani e malsanani che purtroppo non vengono tollerati…ma la domanda è: gli altri, non avvertono questo problema?…e sì che di pastiglie per facilitare la digestione se ne vendono parecchie!!!
    Buonissima settimana con altrettante buonissime colazioni!…io sono per il classico pane, burro e marmellata, anche perchè per me la colazione è appena sveglia e una cosa così dolce proprio non mi va giù … ma a metà mattina … posso rubartene uno, anche congelato?

    Rispondi
  27. giò says

    lunedì 1 Giugno 2009 at 10:52

    Buongiorno e felice inizio settimana.
    Vorrei esprimerti la mia più sincera INVIDIA perché riesci a fare sempre delle cose così perfette, belle (e poi sicuramente buone)e vorrei tanto saperle fare anch’io uguali ma temo troppo il misero fallimento.
    Sei maledettamente brava …zzinammazzà!Ecco, l’ho detto.
    Sul tema delle paste lievitate, che io amo molto anche se prediligo le brioches (meno grasso che cola),aggiungerei di fare molta attenzione al c.d. “aroma brioche”, molto usato da tutti i panificatori seriali; me ne hanno regalato una boccetta e una sola goccia potrebbe appestare un condominio: pericolosa! Poi ricordo che quando stavo in Calabria (ebbene sì, è la mia scaturigine; sono proprio delle parti di charlotte71)andavamo con gli amici nel retrobottega del forno (nel paese di Gattuso)dove alle 2 di notte infornavano e sfornavano i cornetti per l’indomani. Sotto banco ce ne vendevano sempre un cartoccio e così concludevamo la serata brava mangiando ‘sti cornetti appena tirati fuori dal forno…erano altri tempi…

    Rispondi
  28. charlotte71 says

    lunedì 1 Giugno 2009 at 15:17

    Grazie per il benvenuto caloroso! In realtà seguo te e Cavoletto da un bel po’, ma non ho mai scritto a nessuna delle due, credo per una ben strana forma di timidezza visto che io faccio la giornalista e scrivere è il mio mestiere…
    Mi raccomando però, non trasferirti a Trento. E’ vero, fino a qualche anno fa non avevano manco lo yomo, ma è una città dove si mangia solo carne e qualche trota. Niente pesce di mare. L’uso dell’extravergine per condire è una cosa rara. Non so se potresti sopravvivere alla lunga, io dopo tre mesi ho avuto difficoltà!
    Torna pure tranquillamente in Calabria, forse non sarà più tutto come nei tuoi ricordi, ma per fortuna questa terra martoriata è ancora piena di cose interessanti. Soprattutto da un punto di vista gastronomico. A Reggio poi puoi andare a curo leggero, lì la cosa veramente difficile è trovare una cattiva pasticceria! Ti consiglio anche un salto a Pizzo, se ti piacciono gelati e granite. In piazzetta c’è la gelateria di Enrico, eccellente per il tartufo e le granita di fragole con panna (panna vera, mica vegetale), ma anche un localino molto all’antica, su cui a prima vista non scommetteresti due lire, dove però fanno una straordinaria granita di mandorle, proprio come si faceva una volta. In ogni caso, se trovi il coraggio di venire, fammelo sapere. Così ti dò qualche dritta. Io sono marinara e tirrenica, a Cosenza ci vivo e lavoro ma il mio paesello d’origine si chiama Diamante, ma vado molto in giro e qualche indirizzo posso darlo…

    Rispondi
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  1. Può darsi ch'io non sappia cosa dico… ovvero colazioni dell'altro … ha detto:
    venerdì 29 Maggio 2009 alle 20:17

    […] Guarda Originale: Può darsi ch'io non sappia cosa dico… ovvero colazioni dell'altro … […]

    Rispondi
  2. A.A.A. soffici consigli cercasi. Astenersi perditempo :-P | fiordisale ha detto:
    mercoledì 10 Giugno 2009 alle 10:19

    […] Può darsi ch'io non sappia cosa dico… ovvero colazioni dell'altro …: … […]

    Rispondi
  3. Tra la luna e i falò | fiordisale ha detto:
    domenica 23 Agosto 2009 alle 11:16

    […] ma nel caso foste colti da raptus e aveste tempo per prepararla in casa, la ricetta la trovate qua. convey_source = […]

    Rispondi

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